Precovery

Fotografia scattata il 17 novembre 1976 dall'Osservatorio di Siding Spring e raffigurante il corpo 2005 RM43 scoperto solo nel 2005.

Precovery (prediscovery) è un termine usato in astronomia che descrive il processo atto a ritrovare in vecchie fotografie d'archivio le immagini o di corpi celesti che si muovono, come i pianeti nani, le comete e gli asteroidi, allo scopo di calcolarne l'orbita in modo più accurato, o di oggetti fissi, come le stelle variabili per studiare la loro variabilità nel passato o per scoprire eventuali loro passate esplosioni: le immagini precovery sono usate anche per misurare la velocità di spostamento delle stelle vicine o ad alta velocità galattica. Il nome si basa sul termine inglese pre-recovery (pre-recupero, o recupero [di un] precedente); recuperare un oggetto, mediante nuove osservazioni di immagini già visionate precedentemente.

Per calcolare accuratamente l'orbita di un qualsiasi oggetto del sistema solare è necessario misurare la sua posizione in diverse occasioni: la precisione con cui viene calcolata l'orbita sarà tanto maggiore, quanto maggiore è la distanza temporale tra le varie misurazioni. Quando si scopre un nuovo oggetto si avranno a disposizione solo osservazioni preliminari relative a pochi giorni o settimane, sufficienti per un calcolo approssimativo dell'orbita.

Quando un oggetto ha un particolare interesse, per esempio un asteroide prossimo alla Terra che potrebbe collidere con il nostro pianeta, si possono usare le tecniche di precovery. Usando i dati orbitali preliminarmente calcolati si prevede il punto in cui l'oggetto si sarebbe dovuto trovare analizzando vecchie immagini d'archivio (a volte antiche di decenni). Se l'oggetto vi appare sarà possibile ricalcolare l'orbita con un grado di precisione assai più elevato.

Prima dell'avvento dei computer era praticamente impensabile l'analisi e la misura per ogni oggetto scoperto, in quanto ciò avrebbe richiesto un immane lavoro manuale. Oggigiorno invece anche un piccolo computer può facilmente analizzare foto astronomiche digitalizzate e confrontarle con i cataloghi stellari on-line che contengono più di un miliardo di stelle con le relative posizioni. Perciò l'identificazione di nuovi pianeti nani ha avuto un notevole incremento dalla metà degli anni novanta.


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