Il problema sinottico, nell'esegesi biblica, riguarda le relazioni letterarie tra i vangeli sinottici (Vangelo secondo Matteo, Vangelo secondo Marco, Vangelo secondo Luca), tre dei quattro vangeli canonici. Tali vangeli sono detti «sinottici» (dal greco syn, «insieme», e opsis, «visione») proprio in quanto è possibile trovarvi somiglianze nel contenuto, nella scelta delle parole e persino nell'ordine di composizione, somiglianze che indicano un qualche tipo di relazione.
Il «problema dei sinottici» riguarda il modo in cui questa interrelazione si è creata e la sua natura. Ogni soluzione del problema deve rendere conto delle somiglianze e delle differenze in contenuto, ordine e formulazione. Le soluzioni avanzate considerano o una relazione diretta tra i vangeli (un evangelista ha utilizzato come fonte un altro vangelo) o una indiretta (due evangelisti avevano accesso alla stessa fonte). Le fonti prese in considerazione possono essere scritte o orali, singole o multiple.
La soluzione condivisa dalla maggioranza degli studiosi è la cosiddetta «teoria delle due fonti», secondo la quale il Vangelo secondo Marco sarebbe stato composto per primo, e poi utilizzato indipendentemente, insieme ad una fonte poi perduta detta fonte Q (dal tedesco Quelle = fonte)[1], dagli autori dei vangeli secondo Matteo e secondo Luca.