I Protoslavi erano un vario gruppo di società tribali che viveva nell'Europa centrale e orientale durante il periodo delle invasioni barbariche e l'Alto Medioevo (secoli V-X) e costituì la base per le nazioni slave che ebbero compiuta forma statale nel Basso Medioevo.[1] Il primo uso del termine "Slavi" in una fonte scritta risale al VI secolo, quando le tribù slave abitavano una grande area dell'Europa centrale e orientale. All'epoca, i gruppi nomadi iranici che vivevano nella steppa eurasiatica (Sciti, Sarmati, Alani, ecc.) erano già stati assorbiti dalla popolazione slava della regione.[2][3][4][5] Nei due secoli successivi, gli Slavi si espansero a sud est verso i Balcani e le Alpi e a nordest verso il fiume Volga.[6] La zona d'origine degli Slavi è ancora un argomento controverso, ma gli studiosi credono che fosse una qualche area dell'Europa orientale.[7]
A partire dall'inizio del VII secolo, gli Slavi si convertirono gradualmente al cristianesimo (sia nella forma dell'ortodossia bizantina che in quella del cattolicesimo romano). Presumibilmente, i primi slavi cristiani furono i Croati (e poco dopo i Serbi) che ricevettero il battesimo,[senza fonte] dopo essere diventati alleati dell'imperatore Eraclio I (regnante dal 610 al 641), anche se questa prima conversione durò poco. Al XII secolo, essi erano le nazioni che avevano costituito un gran numero di stati cristiani medievali: Slavi orientali nella Rus' di Kiev, Slavi meridionali nell'Impero Bulgaro, nel Principato di Doclea, nel Regno di Croazia e nel Banato di Bosnia, e Slavi occidentali nel Principato di Nitra, nel Ducato di Boemia e nel Regno di Polonia. La più antica signoria slava della storia fu il principato di Carantania, fondato nel VII secolo da slavi nelle Alpi orientali, gli antenati degli attuali Sloveni. Gli insediamenti slavi nelle Alpi orientali coprivano l'attuale Slovenia, il Friuli orientale e gran parte della moderna Austria.