Regno di Napoli | |
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Motto: Noxias herbas (Le male erbe)[1] | |
In arancione chiaro il Regno di Napoli alla fine del XV secolo, sotto la dinastia aragonese. | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Regno di Sicilia Citeriore |
Nome ufficiale | Regnum Siciliae citra Pharum (Regno di Sicilia al di qua del Faro). |
Lingue ufficiali | Latino, principale lingua scritta e di cultura in età medievale, e dell'insegnamento superiore fino alla metà del XVIII secolo.
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Lingue parlate | Dialetti italo-meridionali intermedi ed estremi; minoranze di lingua occitana, arberesca, italo-greca, francoprovenzale e croato-molisana. |
Capitale | Napoli |
Dipendente da | Corona d'Aragona (1442-1458), Monarchia di Francia |
Dipendenze | Principato di Taranto (1302-1465), Ducato di Bari (1432-1557)[11], Ducato di Sora (1443-1796), Stato dei Presidi (1557-1801). |
Politica | |
Forma di governo | Monarchia assoluta |
Re di Napoli | elenco |
Nascita | 31 agosto 1302 con Carlo II di Napoli |
Causa | Nomina a Rex Siciliae citra Pharum di Carlo II d'Angiò con la pace di Caltabellotta |
Fine | 12 dicembre 1816 con Ferdinando IV di Napoli |
Causa | Unione sotto la corona dei Borbone di Napoli e Sicilia del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia un anno dopo il congresso di Vienna |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, in alcuni periodi Lazio orientale, con riferimento alle zone di Leonessa, Amatrice, Cittaducale e al Cicolano, Lazio meridionale, con riferimento a tutta l'area che va da Sperlonga fino a Sora e che comprende come centri più importanti Fondi, Itri, Formia, Gaeta, Aquino, Cassino, Atina |
Territorio originale | Italia meridionale. |
Massima estensione | ~85000 km² nel 1800 |
Popolazione | 5 000 000 nel 1800 |
Suddivisione | 12-14 province |
Economia | |
Valuta | Tarì, Tornese, Grano, Carlino, Ducato, lira delle Due Sicilie, Piastra o Pezza, Cavallo |
Commerci con | Stati italiani ed europei del Mediterraneo, Inghilterra |
Esportazioni | grano, olio d'oliva, vino, seta, lana, carta, merletti, ceramiche artistiche, zafferano, lame |
Importazioni | metalli preziosi, spezie |
Religione e società | |
Religione di Stato | Cattolicesimo |
Religioni minoritarie | Ebraismo, Ortodossia |
Il Regno di Napoli in rapporto alle odierne regioni e province italiane | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Regno di Sicilia |
Succeduto da | Regno delle Due Sicilie |
Ora parte di | Italia |
Regno di Napoli (in latino medievale Regnum Neapolitanum)[12] è il nome con cui è conosciuto, nella storiografia moderna, l'antico Stato italiano esistito dal XIV al XIX secolo ed esteso a tutta l'Italia meridionale (Sicilia esclusa).[13]
Il suo nome ufficiale era Regnum Siciliae citra Pharum,[14] il cui significato è “Regno di Sicilia al di qua del Faro”, in riferimento al Faro di Messina, e si contrapponeva al contemporaneo Regnum Siciliae ultra Pharum, cioè “Regno di Sicilia al di là del Faro”, che si estendeva sull'intera isola di Sicilia. In epoca normanna, l'intero Regno di Sicilia era distinguibile in due macro-aree: la prima includeva i territori insulari della ex Contea di Sicilia; la seconda includeva invece i territori peninsulari, costituiti in larga parte da quelli che furono il Ducato di Puglia e Calabria e il Principato di Capua; [15] riuniti con i normanni nel suddetto regno.
Quest'ultimo Stato fu istituito nel 1130, col conferimento a Ruggero II d'Altavilla del titolo di Rex Siciliae dall'antipapa Anacleto II, titolo confermato nel 1139 da papa Innocenzo II. Il nuovo Stato insisteva così su tutti i territori del Mezzogiorno, attestandosi come il più esteso degli antichi Stati italiani;[16] il suo assetto normativo fu definitivamente formalizzato fin dalle Assise di Ariano del 1140-1142. In seguito, con la stipula della pace di Caltabellotta del 1302, seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia come Regno di Napoli) e Regnum Siciliae ultra Pharum (anche noto, per un breve periodo, come Regno di Trinacria, e conosciuto nella storiografia come Regno di Sicilia). Pertanto tale trattato può essere considerato l'atto di fondazione convenzionale dell'entità politica oggi nota come Regno di Napoli.[17]
Il regno, come Stato sovrano, vide una grande fioritura intellettuale, economica e civile, sia sotto la dinastia angioina (1282-1442), sia in seguito alla conquista aragonese del trono napoletano da parte di Alfonso I (1442-1458), sia sotto il governo di un ramo cadetto della Casa d'Aragona (1458-1501); a quel tempo, la capitale, Napoli, era celebre per lo splendore della sua corte e il mecenatismo dei suoi sovrani. Nel 1504, la Spagna unita sconfisse la Francia nel contesto delle guerre d'Italia, e il Regno di Napoli fu da allora legato dinasticamente alla monarchia ispanica insieme a quello di Sicilia, fino al 1713 (de facto fino al 1707): entrambi furono governati come due vicereami distinti ma con la dicitura ultra et citra Pharum, e con la conseguente distinzione storiografica e territoriale tra Regno di Napoli e Regno di Sicilia. In seguito alla pace di Utrecht il reame napoletano passò ad essere amministrato, per un breve periodo (1713-1734), dalla monarchia asburgica d'Austria. Benché i due regni, nuovamente riuniti, ottennero l'indipendenza con Carlo di Borbone già nel 1735, l'unificazione giuridica definitiva di entrambi i regni si ebbe solo nel dicembre 1816, con la fondazione dello Stato sovrano del Regno delle Due Sicilie.
Il territorio del Regno di Napoli, inizialmente, corrispondeva alla somma dei territori delle odierne regioni italiane di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, comprendendo anche alcune aree dell'attuale Lazio meridionale ed orientale, appartenenti fino al 1927 alla Campania, ovvero all'antica provincia di Terra di Lavoro (circondario di Gaeta e circondario di Sora), ed all'Abruzzo.