Regno di Sardegna

Disambiguazione – Se stai cercando il regno aragonese o quello sabaudo, vedi Regno di Sardegna (1324-1720) o Regno di Sardegna (1720-1861).
Stemma usato nel periodo aragonese

Il Regno di Sardegna fu un'entità statuale dell'Europa meridionale che esistette tra il 1297 e il 1861, quando cambiò formalmente denominazione in Regno d'Italia.[1][2][3]

Il Regno di Sardegna fu creato in ottemperanza al trattato di Anagni da papa Bonifacio VIII con il nome di Regnum Sardiniae et Corsicae, divenendo il 5 aprile 1297 una nazione costitutiva della Corona d'Aragona. Alla sua creazione, la Corsica si trovava in una situazione di sostanziale anarchia, mentre la Sardegna era suddivisa tra il Giudicato di Arborea, i territori d'oltremare della Repubblica di Pisa, il libero comune di Sassari e tre stati signorili appartenenti ai della Gherardesca, ai Malaspina e ai Doria. A partire dal 1323 gli aragonesi iniziarono la conquista della Sardegna, inglobandola completamente nel Regno di Sardegna e Corsica solo nel 1420 al termine della guerra sardo-catalana. A seguito all'unione dinastica dellq Corona d'Aragona con la Corona di Castiglia nel 1479, rinominato semplicemente "Regno di Sardegna", passò alla Corona di Spagna unificata de facto da Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia. Nel 1516, assieme ai restanti possedimenti spagnoli, passò alla casa d'Asburgo.

Nel 1700, con lo scoppio della guerra di successione spagnola, il Regno di Sardegna fu conteso tra gli Asburgo e i Borbone fino al 1720, quando come detto fu consegnato ai Savoia, che accettarono controvoglia solo nel 1723. Il Regno di Sardegna andò ad aggiungersi agli altri stati locali sabaudi, il principato di Piemonte, la contea di Nizza, il ducato di Aosta, il ducato del Monferrato e il ducato di Savoia, sostituendo quest'ultimo nel più prestigioso rango aristocratico del gruppo, come per pochi anni aveva fatto il Regno di Sicilia. Se i cosiddetti Stati di terraferma furono amalgamati in uno stato assoluto fin dal Settecento, cedendo il passo a divisioni e province riducendosi a puri titoli nobiliari, la Sardegna mantenne le proprie istituzioni storiche particolari fino al 3 dicembre 1847, quando con la fusione perfetta l'assetto amministrativo centralista di modello napoleonico venne imposto anche all'isola.

  1. ^ Francesco Cesare Casula, Regno di Sardegna, in Di.Sto.Sa. Dizionario storico sardo, Sassari, C. Delfino, 2001, p. 70, ISBN 978-88-7138-241-8, OCLC 315870784.
    «Il regno, che dal 1475 si chiamò semplicemente Regno di Sardegna rimase giudidicamente aggregato in Corona (Corona d'Aragona, poi Corona di Spagna) fino alla fine della corona d'Aragona [...] La sua storia procede fino al Risorgimento, quando, il 17 marzo 1861, ha cambiato nome in Regno d'Italia...»
  2. ^ Raimondo Carta Raspi, Storia della Sardegna, Mursia, 1971, ISBN 88-425-0685-0, OCLC 868643061.
  3. ^ Leopoldo Ortu, Storia della Sardegna dal Medioevo all'età contemporanea, 1. ed, CUEC, 2011, ISBN 978-88-8467-647-4, OCLC 711514132.

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