La denominazione cominciò a essere utilizzata progressivamente per indicare l'insieme dei possedimenti sabaudi anche se formalmente il Regno di Sardegna continuò a essere limitato all'omonima isola ed essere istituzionalmente distinto dai cosiddetti "Stati di terraferma" della dinastia sabauda, condividendone solo il capo dello Stato, re per i sardi, duca per i savoiardi, principe per i piemontesi, ecc. Per indicare ufficialmente l'insieme dei possedimenti sabaudi si usavano i termini "Stati del Re di Sardegna"[9] o, più brevemente, Stati sardi.[10]
Gli Stati di Terraferma erano governati in modo unitario direttamente dai sovrani sabaudi, mentre l'antico Regno di Sardegna godeva di un'ampia autonomia; infatti era retto da un viceré con una propria Segreteria di Stato.[11] Questa autonomia venne meno con la cosiddetta fusione perfetta e la successiva promulgazione, da parte di Carlo Alberto di Savoia, di una carta costituzionale: lo "Statuto del Regno Sardo o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia del 4 marzo 1848" (noto come Statuto Albertino). Venne quindi adottata una forma di governo centralista ispirata al modello francese.
Sempre nel 1848, gli Stati Sardi dichiararono guerra all’Austria ed occuparono temporaneamente i ducati di Parma e Guastalla, gli Stati di Modena e Reggio, la Lombardia ed alcune province venete. L’11 luglio 1848, durante la guerra, fu decretata con la Legge 747 la nascita di un nuovo Regno che univa tutti questi territori.[12] Come si può desumere dagli scritti di Cavour del 20 giugno 1848[13], a guerra conclusa questo nuovo regno avrebbe dovuto chiamarsi Regno dell’Alta Italia. A questo punto, la denominazione “Stati Sardi” avrebbe dovuto scomparire, se non fosse che Carlo Alberto perse la guerra e tutti i territori conquistati. Il nuovo Regno rimase fino al 17 marzo 1861 senza un nome ufficiale e negli atti di governo lo Stato continuerà ad essere chiamato Stati Sardi o Stato Sardo o anche, ufficiosamente, Regno Sardo.[14] Questo contribuirà al diffuso equivoco che tale regno sia l'antico Regno di Sardegna, che invece giuridicamente non venne mai esteso nel continente.
L'istituzione del nuovo regno unitario decretò infatti anche la fine come entità statuale dell'antico Regno di Sardegna. Infatti, con la legge 776 del 12 agosto 1848 l'isola venne ripartita in tre divisioni amministrative (Cagliari, Sassari e Nuoro) e venne abolita la carica di viceré, la Segreteria di Stato e di Guerra[15].
Tuttavia, i Savoia continuarono a fregiarsi del titolo di Re di Sardegna (come anche di Duca di Savoia, Principe del Piemonte ecc...) anche in seguito all'unificazione italiana.
^The phonology of Campidanian Sardinian : a unitary account of a self-organizing structure, Roberto Bolognesi, The Hague : Holland Academic Graphics
^ S'italianu in Sardìnnia , Amos Cardia, Iskra Edizioni, 2006
^Lo Statuto Albertino del 1848, all'articolo 62, recita: "La lingua italiana è la lingua ufficiale delle Camere. È però facoltativo di servirsi della francese ai membri che appartengono ai paesi in cui questa è in uso e in risposta ai medesimi". Questo articolo, al tempo, fu così commentato: Parlandosi nella maggior parte degli Stati sardi la lingua italiana, era naturale che questa dovesse essere la lingua officiale. Essendovi però in alcune provincie in uso la lingua francese, lo Statuto per facilitare ai membri delle Camere che ad esse appartengono la libera espressione delle loro opinioni ha autorizzato in loro favore anche l'uso della lingua francese. Stante però la dichiarazione della lingua italiana come lingua officiale, tutte le comunicazioni officiali del governo devono esser fatte in lingua italiana.Peverelli (1849), p.128
^In realtà il governo effettivo del Regno era a Torino fin dal 1720, ma ufficialmente Ducato di Savoia (di cui Torino era capitale) e Regno di Sardegna erano due Stati distinti, uniti solamente dal dominio personale del Duca di Savoia (che assumeva anche il titolo di Re di Sardegna). L'unione dei domini di Casa Savoia ebbe luogo solo con la fusione perfetta del 1847, perciò soltanto da tale data in poi si può affermare che, anche formalmente, Torino fu capitale del Regno.