Repressione

Disambiguazione – Se stai cercando il concetto di repressione in genetica, vedi Repressore.
Disambiguazione – Se stai cercando il dipinto di Mario Bardi, vedi Repressione (Bardi).

Con repressione si intendono quegli atti volti a frenare e controllare atti considerati nocivi alla comunità, generalmente ha accezione negativa, poiché intesa come l'oppressione o la persecuzione di un individuo o di un gruppo di individui per ragioni politiche, etiche o religiose, di solito per impedire loro di partecipare attivamente o passivamente alla vita politica della società in cui vivono. La repressione politica può essere caratterizzata da discriminazioni, abusi da parte degli organi di polizia, ad esempio arresti ingiustificati o interrogatori brutali, e da azioni violente, come l'omicidio o la "sparizione forzata" di attivisti politici e dissidenti.

Quando la repressione politica è regolata e organizzata dallo stato stesso, si può parlare di terrorismo di stato. Repressioni sistematiche e violente sono una caratteristica tipica di ogni dittatura, totalitarismo e regimi affini. In questi regimi, gli atti di repressione spesso sono condotti da organi di polizia segreti, gruppi paramilitari o simili.

In molti stati europei lungo tutto il '900 si è assistito a violente repressioni politiche: nella Germania nazista, nella Spagna di Franco e nell'Italia fascista così come nell’Unione Sovietica e in molti altri Stati appartenenti al Blocco Orientale; anche il Sudamerica è stato vittima di spietati regimi dittatoriali, come quello di Pinochet in Cile, spesso appoggiati e sostenuti dalle grandi potenze occidentali, in particolare dagli Stati Uniti. Ancora oggi continuano in molti stati africani e asiatici le repressioni di oppositori politici, ad esempio in Cina e nel Sudan, nonostante gli sforzi costanti di associazioni internazionali e dell'ONU.


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