Repubblica Sociale Italiana | |
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In verde scuro la Repubblica Sociale Italiana, in verde chiaro le due Zone d'operazioni (OZAK e OZAV) teoricamente parte della RSI, ma de facto territori annessi alla Germania nazista. | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Repubblica Sociale Italiana |
Nome ufficiale | Repubblica Sociale Italiana |
Lingue ufficiali | italiano |
Lingue parlate | Italiano |
Inno | Nessuno[1] |
Capitale | Roma (proclamata, ma mai sede del governo) |
Altre capitali | Salò, Brescia, Gargnano, Verona, Milano (sede di ministeri, agenzie governative e corpi militari della RSI) |
Dipendente da | Germania |
Dipendenze | Dodecaneso italiano (in subordine ai tedeschi[2]) |
Politica | |
Forma di Stato | Stato totalitario |
Forma di governo | Repubblica presidenziale (de iure)[3] Dittatura militare fascista (de facto) |
Duce e Capo del Governo | Benito Mussolini |
Nascita | 23 settembre 1943 con Benito Mussolini |
Causa | Occupazione militare tedesca dell'Italia dopo l'armistizio e la fuga di Vittorio Emanuele III; decisione di Hitler di avallare la creazione di uno stato fascista satellite nell'Italia occupata, con a capo Benito Mussolini. |
Fine | 25 aprile 1945 con Benito Mussolini |
Causa | Campagna d'Italia Resa di Caserta |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Alla nascita: Italia settentrionale (1943-1945) e Italia centrale (1943-1944), eccetto l'exclave di Campione d'Italia e, parzialmente, i territori sottoposti all'amministrazione territoriale della Germania nazista: Venezia Tridentina, Cadore, Friuli, Venezia Giulia. |
Economia | |
Valuta | Lira italiana |
Commerci con | Germania[4] |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Cattolicesimo |
Religione di Stato | Cattolicesimo |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Regno d'Italia |
Succeduto da | Regno d'Italia |
Ora parte di | Italia Croazia Francia Slovenia Montenegro |
La Repubblica Sociale Italiana (RSI) fu un regime collaborazionista con la Germania nazista esistito tra il settembre 1943 e l'aprile 1945, voluto da Adolf Hitler e guidato da Benito Mussolini al fine di governare i territori italiani controllati militarmente dai tedeschi dopo l'armistizio di Cassibile.[5] È conosciuta anche come Repubblica di Salò, in quanto a Salò (BS) aveva sede l'Agenzia di stampa Stefani, che emetteva in esclusiva notizie stampa e comunicati della RSI, ognuno dei quali iniziava con luogo (Salò) e data.
La RSI, riconosciuta principalmente solo dalle altre Potenze dell'Asse e priva di un impianto giuridico-costituzionale ufficiale, è stata considerata uno Stato fantoccio da gran parte della storiografia[6][7][8][9][10] e dalla prevalente dottrina in materia di diritto internazionale;[11] tuttavia alcuni storici e giuristi le hanno attribuito un qualche grado di sovranità.[12] Lo stesso Mussolini era comunque consapevole che i tedeschi considerassero il suo regime alla stregua di uno Stato fantoccio.[13] L'attuale ordinamento italiano non le riconosce alcuna legittimità; infatti, nel decreto legislativo luogotenenziale 5 ottobre 1944, n. 249 sull'"Assetto della legislazione nei territori liberati" essa è definita «sedicente governo della repubblica sociale italiana».[14]
La strutturazione giuridico-istituzionale della RSI sarebbe dovuta essere demandata a un'assemblea costituente, come richiesto dal congresso del Partito Fascista Repubblicano (14-16 novembre 1943). Si sarebbe dovuta instaurare una «repubblica sociale» in linea con i principi programmatici, a cominciare dalla «socializzazione delle imprese», tracciati nel documento noto come Manifesto di Verona e approvato durante i lavori congressuali. Mussolini preferì però rinviare la convocazione della Costituente al dopoguerra, limitandosi a far approvare al Consiglio dei ministri del 24 novembre la denominazione di RSI. Nel Consiglio dei ministri del 16 dicembre 1943[15] venne poi presentata una bozza completa di una possibile costituzione della RSI.[16]
L'avanzata angloamericana nella primavera del 1945 e l'insurrezione del 25 aprile 1945 determinarono la fine della RSI, la quale cessò ufficialmente di esistere con la resa di Caserta del 29 aprile 1945 (operativa dal 2 maggio) sottoscritta dagli Alleati con il Comando Tedesco Sud-Ovest anche a nome dei corpi militari dello Stato fascista, in quanto quest'ultimo non era riconosciuto dagli Alleati come valido e autonomo.
Fondamenti ideologico-giuridico-economici della Repubblica Sociale Italiana furono il fascismo, il socialismo nazionale, il repubblicanesimo, la socializzazione, la cogestione, il corporativismo e l'antisemitismo.[17][18]