Con il termine respirazione orale viene identificata una vera e propria sindrome da disadattamento psico-neuro-endocrino-immunitario derivata da stimoli patologici provenienti dall’ambiente esterno che porta l’organismo umano ad adattarvisi.
È una condizione patologica caratterizzata dal fatto che l’aria inspirata percorre principalmente ( L’80% della stessa) il canale della orofaringe anziché quello della rinofaringe come fisiologicamente dovrebbe avvenire, a causa di un vantaggio meccanico del soggetto affetto. Questa condizione è dovuta al fatto che, con la crescita, lo scheletro laringeo diventa più basso rispetto al palato molle, la rima glottidea non si trova più in stretta connessione con l’ugola e quindi l’aria può venire introdotta dalla bocca, ma a ciò devono opporsi i tre sigilli presenti all’interno del cavo orale (labiale, tra lingua e palato duro e tra lingua e palato molle). Per poter parlare di respirazione orale propriamente detta, devono venire meno questi tre sigilli.
Una volta instauratosi questo tipo di respirazione ha un carattere intermittente (soprattutto notturno) e si tratta più frequentemente di una respirazione oro-nasale, poiché l’ostruzione completa delle vie aeree nasali è molto rara, possiamo trovarla solo in caso di atresia delle coane congenita, una malformazione cranio facciale caratterizzata dall’occlusione del passaggio nasale posteriore dell’aria, per la presenza di un setto divisorio sito fra i confini anatomici delle coane posteriori.