La Rivoluzione francese fu un periodo di sconvolgimento sociale, politico e culturale estremo, e prevalentemente violento, avvenuto in Francia tra il 1789 e il 1799, poi allargatosi in Europa con le guerre rivoluzionarie francesi e le guerre napoleoniche. In storiografia è lo spartiacque tra età moderna ed età contemporanea.[1] È detta anche Prima rivoluzione francese o Grande rivoluzione francese, per distinguerla dalla Rivoluzione di luglio del 1830 (Seconda rivoluzione francese), dai moti rivoluzionari del 1848 (Terza rivoluzione francese), che furono l'episodio locale del periodo di rivolte europee conosciuto come la Primavera dei popoli, e dalla Comune di Parigi del 1871.
Fu un evento assai complesso e articolato in varie fasi. Le sue principali conseguenze immediate furono: l'abolizione della monarchia assoluta capetingia e la rapida proclamazione della repubblica; l'eliminazione delle basi economiche e sociali dell'Ancien Régime, il sistema politico e sociale precedente, ritenuto colpevole della disuguaglianza e povertà dei suoi sudditi; la stesura della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, futuro fondamento delle costituzioni moderne.[2]
La Rivoluzione francese finì con il periodo imperiale-napoleonico e poi la Restaurazione da parte dell'aristocrazia europea. Tuttavia, insieme a quella americana, segnò il declino dell'assolutismo e ispirò le successive rivoluzioni borghesi liberali e democratiche del XIX secolo (i cosiddetti moti rivoluzionari), aprendo la strada a un nuovo sistema politico basato sul concetto di Stato di diritto o Stato liberale, in cui la borghesia diviene la classe dominante. Questo fu a sua volta la premessa per la nascita dei moderni Stati democratici.[3]