Rivoluzione francese del 1848 parte delle rivoluzioni del 1848 | |||
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Alphonse de Lamartine arringa la folla il 25 febbraio 1848 (cosiddetto "discorso di rifiuto della bandiera rossa"), durante la campagna dei banchetti | |||
Data | 1848 | ||
Luogo | Regno di Francia | ||
Causa | Rivoluzione | ||
Esito | Proclamazione della Seconda Repubblica | ||
Schieramenti | |||
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La rivoluzione francese del 1848 o terza rivoluzione francese è la seconda rivoluzione avvenuta in Francia nel XIX secolo, dopo quella del luglio 1830: sotto la spinta dell'opposizione liberale, repubblicana e socialista al governo Guizot, i parigini si sollevarono (come già nel giugno 1832) il 22 febbraio 1848[1] ("rivoluzione di febbraio"), prendendo il controllo della città, con il monarca Luigi Filippo I che rinunciò a soffocare con le armi la rivolta e abdicò il 24 febbraio, mentre il governo provvisorio rivoluzionario, rifiutando l'ascesa di Luigi Filippo II, proclamò pacificamente la Seconda Repubblica il 4 maggio 1848.
Le forze politiche eterogenee che avevano abbattuto la monarchia si scontrarono però sul campo delle riforme sociali: il governo conservatore uscito dalle elezioni del 23 aprile non intendeva soddisfare le richieste degli operai parigini, che insorsero il 23 giugno, ma la loro rivoluzione, detta "di giugno", fu repressa nel sangue dal generale Cavaignac. Il governo, confermando la sua natura anti-operaia, abolì i laboratori nazionali, i cosiddetti Ateliers nationaux, innalzò l'orario di lavoro e vietò il diritto di sciopero e di associazione.
L'ascesa di Luigi Napoleone Bonaparte, infine, annullò quasi del tutto le conseguenze della terza rivoluzione: tre anni dopo fu abbattuta la repubblica e restaurato l'Impero.