Il Royal Marriages Act 1772 era un atto del Parlamento della Gran Bretagna che prescriveva le condizioni alle quali i membri della famiglia reale britannica dovevano sottostare per contrarre un matrimonio valido e provvedeva a fornire quindi delle stringenti assicurazioni contro l'eventualità che un matrimonio indesiderato potesse influenzare la successione al trono o abbassare lo status della casata reale. Il potere di veto nelle mani del sovrano era molto pronunciato e provocò numerose critiche ai tempi in cui venne emanato.[1][2] Successivamente questo atto fu abrogato dal Succession to the Crown Act 2013 che permette a coloro che hanno sposato dei cattolici di succedere al trono, limita il potere di veto del sovrano ai soli primi 6 successori e che rimpiazza la regola della precedenza dei figli maschi sulle femmine con la primogenitura semplice (solo per coloro che sono nati dopo il 28 ottobre 2011) emanato a seguito dell'Accordo di Perth del 2011.