Severe acute respiratory syndrome | |
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Coronavirus SARS al microscopio elettronico | |
Specialità | pneumologia, infettivologia e microbiologia |
Eziologia | severe acute respiratory syndrome coronavirus |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 079.82079.82 |
ICD-10 | U04.9 |
MeSH | D045169 |
MedlinePlus | 007192 |
eMedicine | 237755 |
Sinonimi | |
Sindrome respiratoria acuta grave (SRAG) Sindrome respiratoria acuta severa (SRAS) | |
La SARS (Severe acute respiratory syndrome in inglese) o sindrome respiratoria acuta grave (o "severa"),[1] è una forma atipica di polmonite causata dal virus SARS-CoV-1, apparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong (Canton) in Cina.
La malattia, identificata per la prima volta dal medico italiano Carlo Urbani (poi deceduto a causa della stessa), produsse un'epidemia lungo un arco temporale che andò dal novembre 2002 al luglio 2003, determinando 8096 casi e 774 decessi in 17 paesi (per la maggior parte nella Cina continentale e a Hong Kong), per un tasso di letalità finale del 9,6%. Dal 2004 (fino al 2022) non si sono più segnalati altri casi di SARS in alcuna parte del mondo. Questa malattia fu causata da un coronavirus (così chiamato perché al microscopio appare come una corona circolare) che sul finire del 2019 gli scienziati cinesi hanno rintracciato nei pipistrelli comunemente noti come ferri di cavallo, con gli zibetti quali vettori intermediari.[2]