SARS-CoV-2 | |
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Illustrazione del coronavirus SARS-CoV-2 | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Riboviria |
Regno | Orthornavirae |
Phylum | Pisuviricota |
Classe | Pisoniviricetes |
Ordine | Nidovirales |
Sottordine | Cornidovirineae |
Famiglia | Coronaviridae |
Sottofamiglia | Orthocoronavirinae |
Genere | Betacoronavirus |
Sottogenere | Sarbecovirus |
Specie | Coronavirus correlato alla SARS |
Sinonimi | |
Coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave | |
Nomi comuni | |
2019-nCoV |
Il coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave, abbreviato in SARS-CoV-2 (acronimo dall'inglese Severe Acute Respiratory Syndrome COronaVirus 2),[1][2] in precedenza nominato nuovo coronavirus del 2019 (2019-nCoV[3]), è un ceppo virale della specie coronavirus correlato alla SARS facente parte del genere Betacoronavirus (famiglia Coronaviridae), sottogenere Sarbecovirus, scoperto intorno alla fine del 2019; si tratta del settimo coronavirus riconosciuto in grado di infettare esseri umani.[2]
Il nome ufficiale dato dall'Organizzazione mondiale della sanità alla sindrome causata dal virus è COVID-19 (abbreviazione dell'inglese COronaVIrus Disease-2019). Il nome viene impropriamente e ormai largamente usato come sinonimo del virus stesso, sebbene si riferisca alla patologia da esso causata.[4]
Il virus è stato sequenziato genomicamente dopo un test di acido nucleico effettuato su un campione prelevato da un paziente colpito da una polmonite, di cui non si conosceva la causa, all'inizio della pandemia del 2019-2023 a Wuhan.[5][6]