Il salasso (in passato anche detto flebotomia) era una pratica medica diffusa nell'antichità fino alla fine del diciannovesimo secolo, consistente nel prelevare quantità spesso considerevoli di sangue da un paziente al fine di ridurre il volume di sangue circolante.[1]
La pratica, di efficacia non dimostrata, è stata abbandonata per tutte le condizioni, eccetto alcune molto particolari, man mano che sono stati introdotti trattamenti ritenuti più efficaci.[2]
Si può pensare che, storicamente e in assenza di altri trattamenti per l'ipertensione, il salasso poté avere talvolta un effetto benefico nel ridurre temporaneamente la pressione sanguigna riducendo il volume di sangue.
Oggi il termine "flebotomia" si riferisce al prelievo di sangue in generale, ad esempio per esami del sangue o donazione.
Il salasso terapeutico consiste nel prelievo di una unità di sangue per ridurre la quantità di globuli rossi, in casi particolari come l'emocromatosi, la policitemia vera, la porfiria cutanea tarda.