«O spechiu d’e zitelle di la pieve,
O La miò chiara stella matuttina
Più bianca di lu brocciu e di la neve,
Più rossa d’una rosa damaschina,
Più aspra d’a cipolla, e d’u stuppone
Più dura d’una teppa, e d’un pentone...»
«O specchio delle ragazze della pieve,
O la mia chiara stella mattutina
Più bianca del brocciu e della neve,
Più rossa di una rosa damascata,
Più aspra di una cipolla, e di una arancia amara
Più dura di un'altura, e di un masso...»
Salvatore Viale (Bastia, 6 settembre 1787 – Bastia, 23 novembre 1861) è stato uno scrittore, poeta e magistrato còrso, il primo autore a impiegare la lingua corsa in un'opera di rilievo letterario, la Dionomachia (1817). Formatosi alle idee liberali, svolse un ruolo di rilievo nel recupero della tradizione culturale del popolo còrso e difese il ruolo della lingua italiana come lingua colta dell'isola.