Sciamanesimo (o sciamanismo) indica, nella storia delle religioni, in antropologia culturale e in etnologia, un insieme di conoscenze,[1][2] credenze, pratiche religiose, tecniche magico-rituali, estatiche ed etnomediche riscontrabili in varie culture e tradizioni.
Per Boris Chiclo è un «Fenomeno socio-religioso»[3]; per Ugo Marazzi è un «complesso di credenze, una concezione arcaica del mondo e dell'universo, al cui centro è la figura dello sciamano, intermediario professionale che opera da tramite tra il mondo degli uomini e il mondo degli spiriti»[4]; secondo Charlotte Seymour-Smith, «complesso di credenze e pratiche religiose ed etnomediche riscontrabili in una vasta gamma di contesti etnografici»[5].
Ciò premesso, occorre ricordare con Mircea Eliade che:
(EN)
«Shamanism in the strict sense is preeminently a religious phenomenon of Siberia and Inner Asia.»
(IT)
«Lo Sciamanesimo in senso stretto è soprattutto un fenomeno religioso della Siberia e dell'Asia centrale.»
(Mircea Eliade, Shamanism. In "Encyclopedia of Religion", vol.12. Ny, Macmillan, 2005, p. 8269)
^ Piers Vitebsky, Counterworks, Taylor & Francis, 1996, pp. 182–203, ISBN9780203459461. URL consultato il 21 novembre 2018.
^Paul Poupard (a cura di), Dizionario delle religioni, Milano, Mondadori, 2007, v. Sciamanesimo.
^Ugo Marazzi, in Giovanni Filoramo (a cura di), Storia delle religioni, vol. 5: Religioni dell'America precolombiana e dei popoli indigeni, Bari, Laterza, 1997, p. 247.
^Charlotte Seymour-Smith, Dizionario di antropologia, Firenze, Sansoni, 1991, p. 359.