Seconda guerra civile in Libia

Seconda guerra civile in Libia
parte dell'inverno arabo
Situazione militare attuale:


      Controllato dal Governo di Unità Nazionale di Tripoli e alleati


      Controllato dalle forze leali a Khalifa Ghwell


      Controllato dal governo di Tobruch e dalle brigate di Zintan


      Controllato da forze tuareg


      Controllato da forze locali

Data16 maggio 2014 – 23 ottobre 2020
(6 anni e 160 giorni)
LuogoLibia
Esito
  • Ratificato il cessate il fuoco
  • Costituzione di un governo di unità nazionale
  • Proseguimento della crisi libica già iniziata nel 2011
Schieramenti
Libia (bandiera) Camera dei rappresentanti

Sostenuto da:
Egitto (bandiera) Egitto
Emirati Arabi Uniti (bandiera) Emirati Arabi Uniti
Francia (bandiera) Francia[1][2]
Russia (bandiera) Russia[3][4]
Bielorussia (bandiera) Bielorussia
Arabia Saudita (bandiera) Arabia Saudita[5]
Giordania (bandiera) Giordania
Ciad (bandiera) Ciad[6][7]
Siria (bandiera) Siria (dal 2020)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito (2014-16)[1][8]
Libia (bandiera) Congresso nazionale generale (fino a marzo 2016)
  • Partito di Giustizia e Costruzione
  • Milizie di Misurata (Scudo Libico)
  • Milizie di Tripoli
    • LROR
    • al-Watan
  • Milizie berbere
  • Milizie tuareg


Sostenuto da:
Qatar (bandiera) Qatar
Turchia (bandiera) Turchia
Sudan (bandiera) Sudan (fino al 2019)


Libia (bandiera) Governo di Accordo Nazionale (da aprile 2016)[9]

Turchia (bandiera) Turchia (dal 2020)


Sostenuto da:
Nazioni Unite (bandiera) ONU
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti[10]
Europa (bandiera) Unione europea[11] (eccetto Francia, Grecia e Cipro)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito
Italia (bandiera) Italia[12][13]
Algeria (bandiera) Algeria
Tunisia (bandiera) Tunisia
Marocco (bandiera) Marocco
Iran (bandiera) Iran
Consiglio consultivo dei rivoluzionari di Bengasi

Consiglio consultivo dei mujahidin di Derna

Consiglio consultivo dei rivoluzionari di Agedabia


Stato Islamico in Libia
  • Wilaya Barqa
  • Wilaya Tarabulus
  • Wilaya Fezzan
Comandanti
Libia (bandiera) Aguila Saleh Issa
Libia (bandiera) Abdullah al-Thani
Libia (bandiera) Mahmud Jibril
Libia (bandiera) Khalifa Haftar
Libia (bandiera) Ibrahim Jadran
Egitto (bandiera) Abdel Fattah al-Sisi
Emirati Arabi Uniti (bandiera) Khalifa bin Zayed Al Nahyan
Libia (bandiera) Nuri Busahmein
Libia (bandiera) Khalifa Ghwell
Libia (bandiera) Abdelhakim Belhadj
Libia (bandiera) Fayez al-Sarraj
Libia (bandiera) Ibrahim Jadran
Libia (bandiera) Abd al-Ra'uf Kara
Mohamed al-Zahawi †

Sufian bin Qumu


Abu Bakr al-Baghdadi
Abu Nabil al-Anbari†
Mohammed Abdullah[14]

Ali Al Qarqaa[15]
Effettivi
40 000 (milizie di Misurata)[18][19]
20 000 (PFG)[20]
1 000-10 000 (Ansar al-Sharia)[16]
2 000-3 000 (ISIS)[17]
Perdite
5 871[21] - 8 220[22] combattenti e civili uccisi (2014-2016)
435 000 sfollati interni (maggio 2015)[23]
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La seconda guerra civile in Libia[24][25] è stato un conflitto armato scoppiato in Libia nel 2014 tra due coalizioni e due governi rivali: da una parte il governo basato nella città orientale di Tobruch e sostenuto dalla Camera dei rappresentanti e dall'operazione Dignità del generale Haftar; dall'altra parte il governo internazionalmente riconosciuto basato nella capitale Tripoli e sostenuto dal Nuovo Congresso nazionale generale e dalla coalizione di Alba Libica.[26][27] Entrambe le coalizioni riunivano diversi gruppi armati debolmente alleati tra loro.[28] Dopo ottobre 2014 una terza forza, i militanti affiliati allo Stato Islamico (ISIS), ha fatto ingresso nella guerra, prendendo il controllo prima della città di Derna e poi di Sirte.[29] A partire da marzo 2016, un accordo di pace negoziato sotto l'egida dell'ONU ha portato all'insediamento a Tripoli di un nuovo Governo di Accordo Nazionale internazionalmente riconosciuto, che ha la lealtà delle autorità e delle milizie dell'Ovest del paese ma non ha ancora ottenuto l'appoggio della Camera dei rappresentanti di Tobruch e del generale Haftar.

Sin dalle prime fasi della guerra, l'Egitto e gli Emirati Arabi Uniti hanno sostenuto il generale Haftar, intervenendo anche con attacchi aerei contro Alba Libica e contro l'ISIS.[28] Il Qatar e la Turchia hanno aiutato Alba Libica.[28][30] Dal 2016, un crescente coinvolgimento delle potenze occidentali ha visto lo schieramento di forze speciali e bombardamenti statunitensi contro l'ISIS a Sirte. Nel 2020 la Turchia ha inviato un vasto contingente di uomini e mezzi a supporto del Governo di accordo nazionale. Il 23 ottobre 2020 la Commissione Militare Libica Congiunta 5+5 che rappresenta i due governi rivali ha raggiunto un "accordo per un cessate il fuoco permanente su tutte le aree della Libia", entrato in vigore immediatamente, che prevedeva il ritiro di tutte le truppe straniere dalla Libia in tre mesi, e lo stabilimento di una forza di polizia congiunta per il pattugliamento delle aree contese; a partire da quello stesso giorno sono ripresi anche i voli commerciali tra Tripoli e Bengasi. Il 10 marzo 2021 è stato formato un governo di unità nazionale ad interim, nelle more delle elezioni generali libiche previste per il dicembre 2021.

  1. ^ a b France confirms three soldiers killed in Libya, su aljazeera.com, Al Jazeera. URL consultato il 2 agosto 2016.
  2. ^ Macron Takes Aim at Libya Standoff With Paris Talks, Bloomberg, 25 luglio 2017.
  3. ^ Putin Promotes Libyan Strongman as New Ally After Syria Victory, Bloomberg, 21 dicembre 2016.
  4. ^ Malek Bachir, Russia's secret plan to back Haftar in Libya, in Middle East Eye, 30 gennaio 2017. URL consultato il 3 aprile 2017.
  5. ^ UAE, Saudi Arabia aiding Libya eastern forces, blacklisting Qatar for alleged support for other Libyans, in The Libya Observer. URL consultato il 13 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2017).
  6. ^ Khalifa Haftar says Egypt and Chad are his top supporters, in Libyan Express, 6 settembre 2016. "US Scrambles To Contain Growing ISIS Threat in Libya". New York Times. 21 febbraio 2016. "The American airstrikes in northwestern Libya on Friday, which demolished an Islamic State training camp and were aimed at a top Tunisian operative, underscore the problem, Western officials said. The more than three dozen suspected Islamic State fighters killed in the bombing were recruited from Tunisia and other African countries".
  7. ^ US abandons long-time CIA asset Khalifa Haftar, brands him as spoiler, in Libyan Express, 18 agosto 2016.
  8. ^ British Deployment to Libya. URL consultato il 5 gennaio 2016.
  9. ^ Guida rapida ai principali attori libici, in ECFR.
  10. ^ Patrick Wintour, World powers prepared to arm UN-backed Libyan government, in The Guardian, 16 maggio 2016. URL consultato il 2 agosto 2016.
  11. ^ Al-Serraj and Mogherini discuss more EU support for GNA, in Libya Express.
  12. ^ Andrea Carugati e Alberto Custodero, Il governo al Copasir: "Forze italiane in Libia". E il cdm nomina l'ambasciatore a Tripoli, in La Repubblica, 10 agosto 2016.
  13. ^ Italy Reportedly Sends Special Forces to Libya, su defensenews.com.
  14. ^ Libyan city declares itself part of Islamic State caliphate, su CP24. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  15. ^ IS said to have taken another Libyan town, in Times of Malta, 10 febbraio 2015. URL consultato il 13 febbraio 2015.
  16. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Varvelli1
  17. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ONU
  18. ^ Libyan gains may offer ISIS a base for new attacks, in Washington Post, 6 giugno 2015.
  19. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore BBCGuide
  20. ^ Militiaman who became Libya’s oil kingpin, in Politico, 25 agosto 2016.
  21. ^ Libya Body Count, su Libya Body Count. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  22. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ACLED
  23. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore OHCHR
  24. ^ Libya’s Second Civil War: How did it come to this? | Conflict News Archiviato il 20 marzo 2015 in Internet Archive.
  25. ^ National Post View: Stabilizing Libya may be the best way to keep Europe safe | National Post
  26. ^ Libya’s Legitimacy Crisis, su carnegieendowment.org, Carnegie Endowment for International Peace, 20 agosto 2014. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  27. ^ That it should come to this, su economist.com, The Economist, 10 gennaio 2015.
  28. ^ a b c Chris Stephen, War in Libya - the Guardian briefing, The Guardian, 29 agosto 2014. URL consultato il 19 febbraio 2015.
  29. ^ Why Picking Sides in Libya won’t work, su foreignpolicy.com, Foreign Policy, 6 marzo 2015. “One is the internationally recognized government based in the eastern city of Tobruk and its military wing, Operation Dignity, led by General Khalifa Haftar. The other is the Tripoli government installed by the Libya Dawn coalition, which combines Islamist militias with armed groups from the city of Misurata. The Islamic State has recently established itself as a third force”
  30. ^ That it should come to this, The Economist, 10 gennaio 2015."Dignity is supported not just by Mr Sisi but also by the United Arab Emirates, which has sent its own fighter jets into the fray as well as providing arms. The UAE’s Gulf rival, Qatar, and Turkey have backed the Islamists and Misratans in the west."

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