Il femminismo della seconda ondata corrisponde ad un periodo di attivismo e filosofie femministe iniziato nel corso gli anni 1960 negli Stati Uniti d'America,[1] per poi di lì diffondersi in tutto il mondo occidentale e oltre. Negli Stati Uniti il movimento è durato fino ai primi anni ottanta.[2] Più tardi è diventato un movimento mondiale che si è espresso ed ha avuto forza in Europa e in alcune parti dell'Asia, come la Turchia[3] e Israele, dov'è iniziato negli anni ottanta, mentre ha avuto altri momenti anche in svariati altri Paesi.[4]
Mentre il femminismo della prima ondata o "prima ondata femminista" si concentrò principalmente sull'ottenimento del suffragio femminile e le questioni relative agli ostacoli giuridici all'uguaglianza di genere (ad esempio il diritto di voto e di proprietà), il femminismo della seconda ondata allargò il dibattito ad una più ampia gamma di questioni quali la sessualità, la famiglia, il lavoro e i diritti riproduttivi, le disuguaglianze de facto e quelle giuridiche ufficiali.
Il femminismo della seconda ondata ha inoltre anche richiamato l'attenzione sulla violenza domestica e sulle questioni inerenti allo stupro coniugale, sulla creazione di associazioni antistupro e sui centri di accoglienza per le donne traumatizzate e maltrattate, infine sui cambiamenti in atto nel diritto di custodia dei figli e di divorzio.[5]
Molti storici ritengono che l'era femminista della seconda ondata in America abbia termine nei primi anni ottanta con le controversie intrafemministiche delle "guerre sessuali femministe" su questioni come la sessualità e la pornografia, che hanno inaugurato l'era della terza ondata femminista nei primi anni 1990.[6][7][8][9][10]