Guerra della sesta Coalizione parte delle guerre Napoleoniche | |
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Lo zar Alessandro I, l'imperatore d'Austria Francesco I ed il re di Prussia Federico Guglielmo III alla battaglia di Lipsia | |
Data | 1812 - 1814 |
Luogo | Europa centrale |
Esito | Vittoria della Coalizione, Trattato di Fontainebleau |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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La sesta coalizione (1812-1814) fu un'alleanza politico-militare fra la Gran Bretagna, l'Impero russo, la Prussia, la Svezia, l'Impero austriaco, il Regno di Spagna, ed alcuni Stati tedeschi costituita per sconfiggere definitivamente il Primo Impero francese di Napoleone, distruggere l'assetto politico dell'Europa sotto il predominio francese e restaurare le monarchie dell'Antico regime.
Dopo la disastrosa campagna di Russia dell'imperatore Napoleone che aveva provocato la distruzione della Grande Armata, la macchina militare più potente e temuta d'Europa, le potenze continentali che erano state ripetutamente battute da Napoleone in diverse guerre nel corso di un intero decennio, videro finalmente la possibilità di sconfiggere definitivamente l'Imperatore dei francesi e riuscirono, dopo complesse manovre diplomatiche, ad unirsi in un'alleanza generale, guidata dallo zar Alessandro, collegata alla Gran Bretagna che non aveva mai cessato la lotta antifrancese e che manteneva un corpo di spedizione nella penisola iberica a sostegno della Spagna e del Portogallo.
L'alleanza ebbe avvio con la defezione della Prussia nella fase finale della campagna di Russia e con la decisione del re Federico Guglielmo III di affiancarsi, con il suo esercito ricostituito e rafforzato, all'esercito russo dello zar che, inseguendo i resti della Grande Armata, era entrato in Polonia. Napoleone dopo aver abbandonato i resti del suo esercito ed essere rientrato a Parigi, cercò di organizzare nuove forze e tentò di sconfiggere la nuova alleanza, vincendo le battaglie non decisive contro le forze russo-prussiane a Lützen ed a Bautzen.
Dopo il breve armistizio di Pleiswitz e l'apertura degli infruttuosi negoziati a Praga che diedero tempo ai coalizzati di potenziare le loro forze e che soprattutto decisero anche l'Impero austriaco ad entrare in guerra, a fianco di Prussia, Russia e Svezia, contro la Francia, la guerra riprese. La vittoria di Napoleone alla battaglia di Dresda venne vanificata dalle ripetute sconfitte dei suoi luogotenenti e l'imperatore, in inferiorità numerica e con truppe inesperte, fu costretto a combattere la grande battaglia di Lipsia in Sassonia, nell'ottobre del 1813, che terminò con la disastrosa sconfitta dei francesi.
Costretto a ripiegare in Francia, con i resti delle sue forze, Napoleone cercò ancora di resistere di fronte agli eserciti alleati che invasero la nazione da nord e da est, con gli eserciti austro-russo-prussiani, e da sud, con le truppe britanniche provenienti dalla Spagna. L'imperatore combatté, con le sue limitatissime forze, con grande abilità la campagna di Francia e ritardò la vittoria degli alleati, ma infine, schiacciato dalla preponderanza numerica nemica e abbandonato dai suoi marescialli, dovette cedere e accettare l'abdicazione del 6 aprile 1814.