Sesta generazione delle console

La sesta generazione delle console per videogiochi debuttò inizialmente in Giappone nel 1998 con l'uscita dell'ultima console SEGA, il Dreamcast, e si concluse nel 2013 con la dismissione ufficiale della PlayStation 2. Questa generazione assistette al declino di SEGA e Nintendo, con il ritiro definitivo di SEGA dalla produzione hardware a causa dell'insuccesso commerciale del Dreamcast e la compagnia sull'orlo del fallimento, l'avvento del GameCube (che non fu mai in grado di competere con il successo del Nintendo 64), di Xbox che segnò un discreto ingresso di Microsoft nel mercato delle console e contrariamente l'affermarsi di PlayStation 2 e del Game Boy Advance tra le console portatili. Questa generazione si presentò con un'implementazione di molti più poligoni e texture che resero la grafica più definita.

Questa generazione di console è conosciuta impropriamente come era delle console a 128 bit[1], poiché successiva alla precedente generazione conclusasi con il Nintendo 64, la prima console interamente a 64 bit della storia dei videogiochi. Negli anni delle generazioni precedenti si era infatti instaurata una vera e propria "guerra dei bit", analoga alla moderna corsa al più elevato numero di poligoni visualizzabili su schermo o all'elevata risoluzione, ma mentre in passato il numero di bit si riferiva alla dimensione della word effettivamente utilizzata dalla CPU, nel caso dei 128 bit può riferirsi al massimo a componenti periferiche come i bus, a seconda del modello. La guerra dei bit ha avuto un ruolo altamente significativo per la storia dei videogiochi, al punto che la dicitura di console a 128 bit, se pur tecnicamente inesatta, venne esplicitamente utilizzata per pubblicizzare inizialmente Dreamcast e PlayStation 2.

In quanto a supporti di memorizzazione, dai CD si passò ai ben più capaci DVD con la Playstation 2, mentre il Gamecube usufruiva del Nintendo Optical Disc, un formato Mini-DVD; La SEGA, prima dell'uscita di entrambe, tentò di contrapporre ad esse il GD-ROM, standard proprietario con memoria, però, di solo oltre 1 GB (da cui il nome), non potendo perciò essere in grado di competere con la capacità dei DVD, pari a 4.7 GB (8.5 se a doppio strato) e al cosiddetto “Emotion Engine” della Playstation 2, processore grafico 5 volte più potente rispetto a quello del Dreamcast

  1. ^ (EN) Center for Digital Technology and Management, Implication of Digitizing, Miniaturization and Convergence in Media and Entertainment, Books on Demand, 2002, pp. 159, 177, 185.

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