Le sigle automobilistiche internazionali sono in genere riportate su adesivi ovali, con caratteri maiuscoli neri su sfondo bianco, incollati sul retro di autoveicoli e motoveicoli. Le sigle, volte a identificare la provenienza dei veicoli circolanti all'estero, furono introdotte da un accordo stipulato nel 1909 tra dodici Stati europei, compresa l'Italia. Via via adottate da tutti gli altri Paesi, le sigle sono attualmente regolate dalle Nazioni Unite, che le ha incluse nella Convenzione di Vienna sul traffico stradale[1] del 1968, il cui articolo 37 stabilisce che ogni autoveicolo in circolazione internazionale deve recare nella parte posteriore, oltre al proprio numero di immatricolazione, un segno distintivo dello Stato in cui è immatricolato.
Ai sensi del Regolamento CE n. 2411/98 del 3 novembre 1998[2] del Consiglio europeo, relativo al riconoscimento intracomunitario del segno distintivo dello Stato membro di immatricolazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, gli Stati membri dell'Unione europea, dal 1999 «riconoscono il segno distintivo dello Stato membro di immatricolazione esposto all'estremità sinistra della Targa d'immatricolazione» conforme alle direttive europee come «equivalente a qualsiasi altro segno distintivo da essi riconosciuto al fine dell'identificazione dello Stato di immatricolazione del veicolo». Tale norma si applica esclusivamente ai veicoli immatricolati negli Stati membri e circolanti nell'UE.