Solimano I il Magnifico | |
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Ritratto di Solimano del 1530 circa, bottega di Tiziano | |
Sultano dell'Impero ottomano | |
In carica | 30 settembre 1520 – 6 settembre 1566 |
Predecessore | Selim I |
Successore | Selim II |
Trattamento | Padiscià |
Altri titoli | Qaysar-ı Rum (Cesare dei Romei) Califfo dell'Islam Amir al-Mu'minin Custode delle due Sacre Moschee |
Nascita | Trebisonda, 6 novembre 1494 |
Morte | Szigetvár, 6 settembre 1566 (71 anni) |
Luogo di sepoltura | Mausoleo all'esterno della moschea di Solimano |
Dinastia | Ottomana |
Padre | Selim I |
Madre | Ayşe Hafsa Sultan |
Consorte | Hürrem Sultan Mahidevran Hatun |
Figli | Şehzade Mahmud Şehzade Murad Şehzade Mustafa Raziye Sultan Şehzade Mehmed Mihrimah Sultan Selim II Şehzade Abdullah Şehzade Bayezid Şehzade Cihangir |
Religione | Islam sunnita |
Firma |
Solimano I, detto "il Magnifico" (tra gli occidentali) o Kanuni (tra i turchi), ovvero il Legislatore[1] (in turco moderno: I. Süleyman; in turco ottomano: سليمان, Sulaymān; Trebisonda, 6 novembre 1494 – Szigetvár, 6 settembre 1566), fu sultano e padiscià dell'Impero ottomano dal 1520 fino alla sua morte, e uno dei monarchi più importanti dell'Europa del XVI secolo. Portò l'Impero ottomano ai massimi fulgori. Sotto la sua amministrazione lo Stato ottomano governava almeno 20-25 milioni di persone[1].
Succedette al padre, il sultano Selim I, nel settembre 1520 e iniziò il suo regno intraprendendo campagne militari contro le potenze cristiane nell'Europa centrale e nel Mediterraneo. Belgrado cadde nel 1521; nel 1522-1523 toccò a Rodi, strappata al lungo dominio dei Cavalieri di San Giovanni. Nella battaglia di Mohács, combattuta nell'agosto del 1526, Solimano distrusse la forza militare dell'Ungheria e lo stesso re ungherese Luigi II perse la vita. In occasione del conflitto con i Safavidi, riuscì ad annettere anche gran parte del Vicino Oriente, Baghdad compresa, e vaste aree del Nord Africa, fino ad arrivare all'Ovest dell'Algeria. Sotto il suo dominio, la flotta ottomana dominò i mari, dal Mediterraneo al Mar Rosso, attraversando il Golfo Persico.
Alla guida di un impero in espansione, Solimano promosse importanti modifiche legislative in materia di società, istruzione, fiscalità e diritto penale. Le sue riforme, realizzate in collaborazione con il principale funzionario giudiziario dell'impero, Ebussuud Efendi, armonizzarono il rapporto tra le due forme del diritto ottomano: quello statale (Kanun) e quello religioso (Shari'ah). Solimano fu anche un pregevole poeta e orafo, oltre che un grande mecenate della cultura. Sovrintese alla cosiddetta "età dell'oro" dell'Impero ottomano, favorendo il suo sviluppo artistico, letterario e architettonico.
Infrangendo la tradizione ottomana, Solimano sposò Hürrem Sultan, una donna del suo harem, una cristiana di origini rutene che si convertì all'Islam e che divenne famosa in Occidente con il nome di Roxelana, presumibilmente per via dei suoi capelli rossi.[2] Il loro figlio, Selim II, succedette al padre nel 1566, alla morte di questi, occorsa dopo quasi 46 anni di regno. Gli altri potenziali eredi (Şehzade Mehmed e Şehzade Mustafa) erano già morti, il primo di vaiolo e il secondo strangolato. Un altro figlio, Şehzade Bayezid, venne giustiziato, insieme con i suoi quattro figli, nel 1561, per ordine dello stesso sultano, dopo una ribellione da lui organizzata. Per lungo tempo si è ritenuto che alla morte di Solimano sia seguito un periodo di declino dell'impero. Questa visione è stata poi abbandonata, ma la fine del regno di Solimano è ancora frequentemente indicata come uno spartiacque nella storia ottomana. Nei decenni successivi alla sua morte, infatti, l'impero iniziò a subire significativi cambiamenti politici, istituzionali ed economici, un fenomeno spesso definito come la "trasformazione dell'Impero ottomano".