Somalia

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Somalia
Somalia - Localizzazione
Somalia - Localizzazione
La Somalia (in verde scuro) e il Somaliland (verde chiaro), territorio rivendicato ma non controllato e la cui separazione dalla Somalia non è riconosciuta dalla comunità internazionale.
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Federale di Somalia
Nome ufficiale(SO) Jamhuuriyadda Federaalka Soomaaliya
(AR) جمهورية الصومال الفدرالية (Jumhūriyyat aṣ-Ṣūmāl al-Fideraaliya)
Lingue ufficialisomalo e arabo
Altre lingueitaliano e inglese[1]
CapitaleMogadiscio  (2 498 090 ab. / 2022[2])
Politica
Forma di governoRepubblica parlamentare federale
PresidenteHassan Sheikh Mohamud
Primo ministroHamza Abdi Barre
Indipendenza26 giugno 1960 (dal Regno Unito)
1º luglio 1960 (dall'Italia)
Ingresso nell'ONU20 settembre 1961
Superficie
Totale637 657[2] km² (44º)
% delle acque1,62%
Popolazione
Totale12 388 249 ab. (2023[2]) (78º)
Densità16 ab./km²
Tasso di crescita2,43% (stima 2022)[2]
Nome degli abitantiSomali
Geografia
ContinenteAfrica
ConfiniGibuti (conteso con il Somaliland), Etiopia, Kenya
Fuso orarioUTC+3
Economia
Valutascellino somalo
PIL (PPA)4,920[3] milioni di $ (stima 2020) (148º)
Fecondità6,1 (2018)[4]
Consumo energetico0,003 kWh/ab. anno
Varie
Codici ISO 3166SO, SOM, 706
TLD.so
Prefisso tel.+252
Sigla autom.SP
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleQolobaa Calankeed
Festa nazionale1º luglio
Somalia - Mappa
Somalia - Mappa
Evoluzione storica
Stato precedenteSomalia (bandiera) Governo federale di transizione
 

La Somalia (in somalo: Soomaaliya, scrittura somala: 𐒈𐒝𐒑𐒛𐒐𐒘𐒕𐒖; in arabo الصومال, al-Sūmāl), ufficialmente Repubblica Federale di Somalia (in somalo Jamhuuriyadda Federaalka Soomaaliya; in arabo جمهورية الصومال الفدرالية, Jumhūriyyat aṣ-Ṣūmāl al-Fideraaliya), nota anche come Penisola dei Somali o Paese dei Somali,[5] è uno Stato dell'Africa orientale situato nel Corno d'Africa, con capitale Mogadiscio.

Il nome attuale in italiano della Somalia, precedentemente nota come "Paese dei Somali",[6][7] fu dato dall'esploratore italiano Luigi Robecchi Bricchetti, primo europeo a visitare estensivamente la regione del Corno d'Africa denominata Benadir.[8][9]

Confina con Gibuti a nord, con l'Etiopia a ovest e con il Kenya a sudovest; si affaccia a nord sul golfo di Aden e a est sull'Oceano Indiano. Ha la linea di costa più lunga di tutto il continente[10] e ha un territorio prevalentemente composto da altopiani e pianure.[2] Il clima è perlopiù arido lungo tutto l'anno, con periodici venti monsonici e piogge irregolari.[11]

Anticamente, la Somalia fu un importante centro commerciale con il resto del mondo antico[12] e, secondo molti studiosi, potrebbe essere l'ubicazione più probabile del leggendario Paese di Punt.[13][14][15][16][17] Nel corso del tempo fu denominata in svariati modi, gli antichi Egizi la chiamavano Punt (egiziano: pwnt; secondo letture alternative da parte di egittologi invece pwene(t)), per gli antichi Greci aveva più di un nome, la chiamavano Barbaria (il nome si riferiva al litorale della regione del Nordest Africa, corrispondente agli odierni Sudan, Eritrea, Gibuti e Somalia), e Macrobia (Μακροβίοι), quest’ultimo era il nome usato da Erodoto, ed esso deriva dal nome dei suoi abitanti che erano considerati un popolo leggendario che si trovava all’estremo sud del mondo (dal punto di vista dei Greci),[18] gli antichi Romani invece la chiamavano Regio Aromatica, mentre il nome datogli dagli antichi Arabi era bilad-al-Barbar,[19] nome che si pensa sia stato influenzato da quello datogli dai Greci. Lungo il medioevo, i flussi commerciali della regione vennero dominati da vari sultanati somali, fra cui quelli degli Agiuran, Adal, Uarsangheli e Gheledi. Nel tardo XIX secolo i britannici e gli italiani acquisirono il controllo di parte della costa somala, portando alla creazione dei protettorati della Somalia britannica (nord) e della Somalia italiana (centro e sud).[20]

Il controllo sulla parte interna dei territori fu però consolidato solo lungo gli anni 1920.[21][22] Nel 1936, la Somalia italiana fu fatta confluire nell'Africa Orientale Italiana. Amministrativamente rimase tale fino al 1941, quando passò sotto il controllo militare britannico. Dopo la seconda guerra mondiale, il nord del paese rimase protettorato britannico, mentre la restante parte fu affidata a una amministrazione fiduciaria italiana. Nel 1960, le due regioni furono unite nella Repubblica Somala.[23] Nel 1969, il maggiore Mohammed Siad Barre portò a termine un colpo di Stato e si insediò come presidente-dittatore, rimanendo in carica fino allo scoppio della guerra civile (26 gennaio 1991).

Da allora, nonostante numerosi tentativi, nessuna autorità o fazione è riuscita a imporre il proprio controllo su tutto il Paese.[24] La Somalia è stata governata da una pluralità di entità statali più o meno autonome, che esercitano ciascuna un diverso grado di controllo del territorio. Anche per questo motivo la Somalia è stata considerata uno "Stato fallito"[25][26][27][28][29] ed è ancora oggi uno degli Stati più poveri e violenti del mondo.[30][31] In assenza di un governo centrale, l'amministrazione della giustizia è regredita a livello locale, con l'utilizzo di istituti civili, religiosi islamici oppure consuetudinari, mentre l'economia si mantiene a livelli informali, basati sull'allevamento del bestiame, sulle rimesse degli emigrati, e sulle telecomunicazioni.[12] Tali condizioni rimangono anche dopo la presenza di un Governo Centrale a partire dal 2012. Dal 2011 sono state riaperte le ambasciate di Turchia, Gibuti, Kenya, Iran, Regno Unito, Italia e ONU. Prova del miglioramento della sicurezza in Somalia è la visita del segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon nel dicembre del 2011.

Nell'agosto 2012 è stata istituita la Repubblica Federale della Somalia, con 5 Stati federali. Nel settembre 2012, fu eletto presidente Hassan Sheikh Mohamoud e successivamente il ministro degli affari esteri Fowsiyo Yusuf Haji Adan ha invitato i paesi occidentali a investire nel paese, riuscendo nel 2013 a stipulare accordi con Emirati Arabi e Cina. Nel 2017 fu eletto presidente Mohamed Farmajo e nel 2022 è stato rieletto Hassan Sheikh Mohamoud.

  1. ^ https://www.cia.gov/the-world-factbook/countries/somalia/
  2. ^ a b c d e (EN) Somalia, su cia.gov, CIA World Factbook, 30 luglio 2020. URL consultato il 4 agosto 2020.
  3. ^ (EN) Somalia, su statista.com, Statista, 21 gennaio 2021. URL consultato il 5 febbraio 2021.
  4. ^ Tasso di fertilità nel 2018, su data.worldbank.org. URL consultato il 12 febbraio 2013.
  5. ^ SOMALIA in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it. URL consultato il 10 aprile 2022.
  6. ^ Robecchi Bricchetti (1899), p. 3.
  7. ^ Luchino Dal Verme, Il Paese dei Somali (PDF), Roma, Tipografia delle Mantellate, 1889.
  8. ^ Robecchi Bricchetti (1899), p. 3-6.
  9. ^ Carlo Della Valle, I viaggi in Somalia dell'ing. Luigi Robecchi-Bricchetti (1888-1903) (PDF), giugno 1934.
  10. ^ TRAFFIC, p. 25.
  11. ^ Metz, Climate.
  12. ^ a b Kenrick, p. 199.
  13. ^ Charnan, p. 26.
  14. ^ Mariner's Mirror, p. 261.
  15. ^ Rose, p. 94.
  16. ^ El Mahdy, p. 297.
  17. ^ Goodwin, p. 48.
  18. ^ James Talboys Wheeler, The geography of Herodotus ... illustrated from modern researches and discoveries, London, Longman, Brown, Green, and Longmans, 1854. URL consultato il 3 agosto 2020.
  19. ^ Michael Peppard, "A Letter Concerning Boats in Berenike and Trade on the Red Sea", Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 171 (2009), pp. 193–198..
  20. ^ Gassem, p. 4.
  21. ^ Shillington, p. 1406.
  22. ^ Samatar, pp. 131, 135.
  23. ^ World and its peoples, p. 338.
  24. ^ (EN) Somalia, su cia.gov, World Leaders, 18 aprile 2012. URL consultato il 9 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2012).
  25. ^ Bruton.
  26. ^ (EN) David Blair, Somalia: Analysis of a failed state, in The Daily Telegraph, 18 novembre 2008. URL consultato il 9 agosto 2012.
  27. ^ (EN) Fareed Zakaria, The failed-state conundrum, in The Washington Post, 19 luglio 2010. URL consultato il 9 agosto 2012.
  28. ^ (EN) Jon Lee Anderson, The Most Failed State, in The New Yorker, 14 dicembre 2009. URL consultato il 9 agosto 2012.
  29. ^ Benedetto Conforti, Diritto internazionale, VIII ed. (2010), Napoli, Editoriale Scientifica Italiana, p. 14, ISBN 978-88-6342-173-6
  30. ^ (EN) Escalating violence displaces thousands of Somalis, su un.org, Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, 2 febbraio 2010. URL consultato l'8 agosto 2012.
  31. ^ (EN) Zack O'Malley Greenburg, World's Most Dangerous Countries, in Forbes, 4 marzo 2009. URL consultato l'8 agosto 2012.

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