Stefan Zweig

Stefan Zweig nel 1912 ca.

Stefan Zweig (Vienna, 28 novembre 1881Petrópolis, 22 febbraio 1942) è stato uno scrittore, drammaturgo, giornalista, biografo, storico e poeta austriaco naturalizzato britannico.

Firma di Stefan Zweig

All'apice della sua carriera letteraria, tra gli anni venti e trenta del XX secolo, è stato mediatore fra le culture, animato da sentimenti pacifisti e umanisti;[1] è noto come autore di novelle e biografie. Politicamente era internazionalista, cosmopolita ed europeista, espressioni di alcuni sentimenti diffusi durante la Belle Époque, periodo della sua formazione al quale guardò sempre con rimpianto per la pace che regnava specialmente nella Mitteleuropa, sotto l'Impero austro-ungarico prima dello scoppio della prima guerra mondiale.

Nel primo dopoguerra fu un oppositore fermo dei totalitarismi nascenti, in particolare un convinto antifascista. Abbandonò l'Austria dopo l'Anschluss, anche per le sue origini ebraiche, e lasciò l'Europa continentale dopo l'avvento al potere del nazionalsocialismo e con la seconda guerra mondiale imminente; rifugiatosi poi negli Stati Uniti e infine in Brasile, qui si suicidò nel 1942 assieme alla sua seconda moglie.

  1. ^ "Aveva potuto superare in gioventù la delusione del 1914 gettandosi nell'illusione del pacifismo operante, ma quando fu costretto a passare dall'istintivo razionalismo della sua generazione radicata nell'Ottocento al riconoscimento amaro di un ineluttabile prevalenza storica delle forze irrazionali, si sentì crollare": L. Mazzucchetti, Introduzione a Il mondo di ieri, Mondadori, 1954, p. 7.

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