Per stile moresco si intende un particolare tipo di arte islamica sviluppatasi tra la fine dell'XI secolo e la fine del XV nell'area del Mediterraneo occidentale, in particolare nel Maghreb e nell'area musulmana della penisola iberica (detta al-Andalus).
Tale stile nacque dalle reciproche influenze artistiche siriaco-musulmane giunte a Cordova grazie agli Omayyadi, stemperate nell'austerità delle arti e culture berbero-musulmane tipiche delle dinastie marocchine degli Almoravidi e degli Almohadi con venature di culture classiche romane e visigotiche dell'Andalusia.
Il nome deriva dal termine moros, con cui si indicavano in Spagna gli invasori musulmani di provenienza nordafricana (detti anche "Mori").[1]
Dal punto di vista architettonico, lo stile moresco si caratterizza per le sue linee severe ed essenziali, dalle chiare volumetrie e semplici piante. Comune è l'uso di cupole formate da archi intrecciati, di ornati ricchi e raffinati realizzati in stucco o gesso modellato o dipinto e dorato, di mosaici in ceramica, di bassissimi rilievi scolpiti e motivi geometrici o vegetali, di sobrie decorazioni architettoniche. Caratterizzante lo stile moresco è anche l'uso intenso di ceramiche a lustro (prodotte dai Mori presenti in Spagna), solitamente decorate con raffinati disegni e colorate principalmente in blu e oro. Altro tratto caratteristico è l'uso costante del capitello, che prende spunto da un modello romano.
Volgarmente si dice "moresco" lo stile di abitazioni genericamente tinte di bianco a calce, con intonaco grezzo, coperture poco squadrate, inserti di ceramiche colorate.