Stock option

Le stock options sono opzioni call europee o americane che danno il diritto di acquistare azioni di una società ad un determinato prezzo d'esercizio (detto strike). Le stock option non esistono per tutte le società per azioni, ma solo per quelle quotate. Nel dicembre 2012 il Decreto Sviluppo ha introdotto la possibilità di usare le stock option anche per la srl innovativa.

Nelle opzioni call, tale diritto è esercitato se il prezzo d'esercizio è inferiore al valore corrente dell'azione quotata.

Tuttavia, le stock option sono un caso particolare. Esse sono conferite gratuitamente ai dipendenti (solitamente ai manager). I dipendenti non pagano alcun prezzo d'acquisto; l'opzione perde ogni valore dopo la scadenza e, dunque, prima della scadenza viene esercitata se il prezzo d'esercizio (strike price) è inferiore al valore di mercato cui è quotata l'azione sottostante.

Se il dipendente non investe in Borsa e non dispone di un portafoglio già diversificato, le azioni conferite direttamente o tramite opzioni esercitate entro la scadenza sono associate al rischio specifico dell'impresa e del settore, oltre a quello non eliminabile legato all'alta volatilità dei titoli azionari anche nel breve termine.

Le opzioni su un titolo azionario sottostante hanno rispetto al conferimento diretto di azioni, un profilo rischio/rendimento più bilanciato e ottimizzato.

Azioni e opzioni vengono distribuite ai dipendenti come incentivo ad aumentare la loro produttività.

Il salario è composto di una parte fissa (salario base) e di una parte variabile, della quale le stock option sono una componente prevalente nei salari dei dirigenti.

Le azioni vengono valorizzate ad un prezzo inferiore al prezzo di mercato (la quotazione di borsa al momento della vendita) contro la legge di concentrazione che prevede che qualsiasi scambio di azioni da parte di qualunque soggetto economico, non possa avvenire al di fuori della borsa.

Il conferimento è legittimo poiché il dipendente non paga queste azioni/opzioni. Le azioni in quanto sono un frazionamento della proprietà dell'impresa, come qualunque proprietà, possono essere cedute gratuitamente (donazione) o contro un prezzo (vendita). La legge di concentrazione restringe alla Borsa il luogo della vendita della proprietà d'impresa, ma non dà restrizioni alla donazione.

Tuttavia, fornisce un'opportunità di arbitraggio, di un guadagno certo e immediato, rivendendo o esercitando le stesse opzioni in Borsa. Nel caso delle opzioni, l'arbitraggio è possibile se ad esempio il prezzo d'esercizio fissato è inferiore al valore al quale è quotato il titolo il giorno del conferimento dell'opzione, o nei giorni precedenti. La volatilità dei titoli azionari è comunque alta anche nel breve periodo.

L'arbitraggio più evidente è nella rivendita in Borsa di un'opzione che non è costata nulla al lavoratore. Questa alternativa è facilmente prevedibile che sia preferita al trattenimento dell'opzione per esercitarla quando il prezzo del sottostante supera lo strike, specialmente se l'opzione è europea e può essere esercitata e divenire liquida soltanto a scadenza. La rivendita in Borsa ha analoghe commissioni e tassazione, ma è a rischio zero (il derivato ha un ampio mercato e, dunque, un'alta probabilità di vendita) ed è subito liquidabile.

Infatti, per l'opzione il prezzo è stabilito con il modello di Black e Scholes che ipotizzano un moto browniano geometrico, una variazione casuale e continua dell'azione sottostante. Tale ipotesi è applicabile per i titoli di Borsa che variano con continuità, ossia che godono di un ampio mercato secondario. Solo su azioni molto contrattate, scambiate quotidianamente in grandi volumi si sviluppa anche un mercato di derivati.

L'arbitraggio non ha però un costo nullo, in termini fiscali e di commissioni per l'esercizio di un'opzione.


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