Storia del fumetto statunitense

Copertina di Amazing Man Comics n. 7 (novembre 1939). Illustrazione di Bill Everett

La storia del fumetto statunitense inizia nel 1842 con la traduzione di un'opera di Rodolphe Töpffer: The Adventures of Obadiah Oldbuck. Successivamente alcuni artisti locali si impadroniscono di questo nuovo mezzo e creano i primi fumetti statunitensi. Tuttavia è lo sviluppo della stampa quotidiana che permette loro di raggiungere un pubblico significativo. I primi anni vedono la fissazione dei codici canonici del fumetto (personaggi ricorrenti, nuvolette, ecc.) e dei primi generi (strisce umoristiche, racconti d'avventura). I personaggi acquisiscono fama nazionale e diventano oggetto di adattamenti transmediali mentre i giornali ingaggiano una feroce battaglia per accaparrarsi gli autori più popolari.

Il secondo grande passo avanti è quello degli albi a fumetti, nel 1934, che permette la circolazione (prima di tutto le ristampe di materiale apparso sui quotidiani) in pubblicazioni specificamente dedicate. Nel 1938, quando Superman appare in uno di questi fascicoli, inizia quella che comunemente viene chiamata "Golden Age of Comics". Durante gli anni della guerra, i supereroi e gli animali sono i generi più popolari. In seguito al declino dei supereroi, si sviluppano nuovi generi (western, romantici, fantascienza, ecc.), che raggiungono un pubblico sempre maggiore. All'inizio degli anni Cinquanta, con l'avvento della televisione, le vendite iniziarono a diminuire. Allo stesso tempo i fumetti, sono oggetto di numerosi attacchi a causa di una loro presunta nocività per i giovani. L'istituzione della Comics Code Authority ha causato la scomparsa delle serie poliziesche e horror incriminate.

Nel 1956 ha inizio "Silver Age of Comics" con il revival dei supereroi Flash e Lanterna Verde da parte della DC Comics. Mentre la Dell Comics e i suoi fumetti per bambini è la principale casa editrice del periodo, generi diversi da quello dei supereroi stanno iniziando a declinare e molti editori chiudono. Supereroi molto popolari, creati principalmente da Stan Lee e Jack Kirby, fanno la loro comparsa alla Marvel Comics, che diventa il più importante editore di fumetti e tale rimane durante il successivo periodo, chiamato "Bronze Age" (dall'inizio degli anni Settanta al 1985), durante il quale le storie diventano meno manichee mentre i fumetti di supereroi stabiliscono la propria egemonia. La distinzione tra questi due periodi è spesso legata dagli storici a un evento ma si tratta piuttosto di una serie di cambiamenti che interessano diversi aspetti del mondo dei fumetti. Allo stesso tempo compaiono fumetti underground che, a livello estetico, affrontano temi inediti e, a livello economico, fanno affidamento su un nuovo modello di distribuzione. Le strisce a fumetti continuano a circolare in tutto il paese, con alcune che arrivano a godere anche di una diffusione internazionale, come i Peanuts.

Il Periodo Moderno appare inizialmente come una nuova Golden Age in cui sceneggiatori e disegnatori ricreano personaggi classici o lanciano nuove serie che attirano milioni di lettori. Tuttavia, è poi segnato da una catena di crisi che mettono a rischio l'equilibrio finanziario di numerosi attori. Fumetti alternativi, figli di quelli underground, si sviluppano nella scia di Art Spiegelman e del suo Maus. Le riviste a fumetti, dal canto loro, conobbero negli anni 2000 una crisi sempre più marcata legata a quella della stampa nel suo complesso, mentre contemporaneamente si sviluppano i webcomics, nati negli Stati Uniti.


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