Strana guerra parte del fronte occidentale della seconda guerra mondiale | |||
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Manifesto del Ministero britannico della Sicurezza Nazionale che ipotizza un bombardamento tedesco con gas. La scritta recita: "Hitler non invierà nessun avviso - quindi portate sempre con voi la maschera antigas" | |||
Data | 1º settembre 1939 - 10 maggio 1940 | ||
Luogo | Francia, Germania | ||
Esito | Dopo rarissimi combattimenti, comincia la Campagna di Francia | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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L'espressione "strana guerra" indica un periodo storico, durante la seconda guerra mondiale, che va dalla fine della campagna di Polonia all'avvio delle operazioni in Francia (maggio 1940). L'espressione si riferisce al fatto che il periodo segnò una sostanziale stasi nelle operazioni militari del conflitto.
Tale periodo viene indicato in modo diverso nelle storiografie dei vari paesi coinvolti nel conflitto: i tedeschi usarono i termini Sitzkrieg ("guerra seduta", un gioco di parole in contrapposizione con Blitzkrieg) e komischer Krieg ("guerra comica" o "guerra strana", dal doppio significato della parola), i francesi drôle de guerre ("strana guerra" o "guerra farsa"), come i polacchi che la definirono dziwna wojna ("strana guerra"). Nel Regno Unito il periodo venne indicato perfino come bore war ("guerra noiosa", un gioco di parole con Boer war, guerra boera) o phoney war ("guerra finta" o "la guerra per finta") e twilight war ("guerra del crepuscolo" come disse Neville Chamberlain[1]). In Italia Mussolini la definì guerra fittizia e, sempre nella penisola, venne chiamata anche guerra dei coriandoli[2].
«Mr. Chamberlain in a private letter published by his biographer described this phase as Twilight war; and I find the expression so expressive that I adopted it as the title of this book.»
«Il signor Chamberlain in una lettera privata pubblicata dal suo biografo descrisse questa fase come "guerra del crepuscolo"; e io l'ho trovata così espressiva che l'ho adottata come titolo di questo libro.»
Il biografo di Neville Chamberlain ivi citato è Keith Feiling e la citazione compare a pag. 424 della sua opera biografica Life of Neville Chamberlain.