Sultanato degli Agiuran

Sultanato degli Agiuran
Sultanato degli Agiuran – Bandiera
Dati amministrativi
Nome ufficialeDawladdii Ajuuraan (somalo)
الدولة الأجورانيون (arabo)
Lingue ufficialiSomalo, arabo
CapitaleMeregh (inizialmente)
Qelafo
Merca
Politica
Forma di StatoMonarchia
Forma di governoSultanato
NascitaXIII secolo
FineTardo XVII secolo
Territorio e popolazione
Religione e società
Religione di StatoIslam sunnita
Mappa del corno d'Africa. In rossiccio il sultanato degli Agiuran
Evoluzione storica
Preceduto daSultanato di Mogadiscio
Succeduto daSultanato di Gheledi
Ora parte diSomalia (bandiera) Somalia
Etiopia (bandiera) Etiopia

Il Sultanato degli Agiuran[1][2][3] fu un impero somalo medievale che dominò il commercio dell'Oceano Indiano[4][5][6] e fu sovrano su gran parte del Corno d'Africa nel Medioevo. Attraverso una forte amministrazione centrale e una posizione militare aggressiva contro gli invasori, il sultanato resistette con successo a un'invasione del popolo Oromo da ovest e a un'incursione dell'Impero portoghese da est durante il Gaal Madow e le guerre contro i portoghesi stessi. Il sultanato ebbe non pochi rapporti commerciali, grazie alle sue navi che andavano e venivano da molti regni e imperi da Vicino Oriente, Europa, Asia orientale, Asia meridionale, Nordafrica e Africa orientale.[7]

Il sultanato lasciò come lignaggio una profonda eredità architettonica, essendo una delle potenze maggiori somale nel Medioevo, pieno come era di castelli e fortezze. Molte delle fortificazioni in rovina che riempiono i panorami della Somalia del Sud sono attribuite agli ingegneri Agiuran,[8] tra cui un certo numero di campi di tombe a pilastro, necropoli e città in rovina costruite nell'epoca. Durante il periodo Agiuran, molti regioni e popoli nel sud del Corno d'Africa si convertirono all'Islam data la natura teocratica del governo.[9] La famiglia reale, la Casa di Garen, espanse i suoi territori e stabilì il suo dominio egemonico tramite un'abile combinazione di guerra, rotte commerciali e alleanze militari.

Come impero idraulico, gli Agiuran monopolizzavano le risorse idriche dei fiumi Uebi Scebeli e Giuba. Attraverso l'ingegneria idraulica, costruirono anche molti mulini e cisterne in calcare, la maggior parte dei quali sono ancora operativi e si usano ancora oggi. I sovrani svilupparono nuovi sistemi per l'agricoltura e la tassazione, che continuarono a essere usati in varie parti del Corno d'Africa fino al XIX secolo.[1] Il governo tirannico degli ultimi sovrani Agiuran causarono una serie di ribellioni nel sultanato, e alla fine del XVII secolo, il sultanato si frantumò in molti regni e stati successori, di cui il più prominente fu il sultanato di Gheledi.[10]

  1. ^ a b Enrico Cerulli, Somalia. Storia della Somalia. L'Islām in Somalia. Il Libro degli Zengi, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1957.
  2. ^ Cfr. al lemma Somalia sull’Enciclopedia Italiana della Treccani.
  3. ^ Cfr. al lemma Ferrando, Ugo sul Dizionario biografico degli italiani.
  4. ^ Virginia Luling, Somali Sultanate: the Geledi city-state over 150 years, Transaction Publishers, 2002, p. 17, ISBN 978-1-874209-98-0.
  5. ^ Luc Cambrézy, Populations réfugiées: de l'exil au retour, p.316
  6. ^ Mohamed Haji Mukhtar, The Emergence and Role of Political Parties in the Inter-River Region of Somalia from 1947–1960, in Ufahamu, vol. 17, n. 2, p. 98.
  7. ^ Fred M. Shelley, Nation Shapes: The Story behind the World's Borders, ABC-CLIO, 2013, p. 358, ISBN 978-1-61069-106-2.
  8. ^ Lee V. Cassanelli, The Shaping of Somali Society: Reconstructing the History of a Pastoral People, 1600–1900, University of Pennsylvania Press, 1982, p. 101, ISBN 0-8122-7832-1.
  9. ^ Edward Ramsamy (a cura di), Cultural Sociology of the Middle East, Asia, and Africa: An Encyclopedia, Volume 2: Africa, SAGE Publications, 2012, ISBN 978-1-4129-8176-7.
  10. ^ Njoku, 2013, pagina 41

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