«Taurini Semigalli proxima gens erat in Italiam degresso»
«I Taurini Semigalli erano il popolo più vicino [ad Annibale] quando scese in Italia»
I Taurini[1] furono un popolo che occupò, tra il VII e il III secolo a.C. circa, la valle del Po, al centro dell'attuale Piemonte.
Non sono da confondere con il popolo dei Taurisci (o Norici), che abitavano nel Norico, in Baviera (anche se una parte di essi potrebbe discendere dagli stessi Taurini collocati nella zona piemontese), né con i Taurasini stanziati nel Sannio; in tutti questi casi comunque, il loro nome potrebbe derivare dalla stessa radice indeuropea taur, legata o all'antica voce greca ορος (oros = montagna), oppure al sanscrito sthur ("massiccio", "robusto", ma anche "selvatico"[2]). Un'altra ipotesi è che venga dal Celtico taruos ('toro') oppure dai Liguri.
L'opinione più comune è che i Taurini fossero di etnia ligure, anche se il secolare contatto con popolazioni celtiche ne potrebbe aver modificato la cultura, al punto da renderli non chiaramente differenziabili da queste ultime. In tal senso, già gli autori antichi avevano difficoltà a classificarli (per Plinio e Strabone erano "liguri antichi", per Livio "semi-galli", per Appiano "celtici") anche oggi spesso vengono definiti prudentemente e genericamente come celto-liguri.
Secondo Polibio, la loro sede principale era Taurasia, ma non è ancora stato possibile indicare archeologicamente la sua esatta posizione, anche se la si colloca vicina alla confluenza tra il Po e la Dora Riparia, e cioè nel territorio di Vanchiglietta dell'odierna città di Torino.[3]