Telefo

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Telefo
Eracle e Telefo, copia romana da un originale greco, al Museo del Louvre di Parigi.
SagaCiclo troiano
Nome orig.Τήλεφος
(GRC)

«καὶ ἡ μὲν παρὰ Τεύθραντα ἡ Αὔγη ἀφίκετο ἐς Μυσίαν, καὶ γυναικῶν ὁπόσαις ἐς τὸ αὐτὸ Ἡρακλέα ἀφικέσθαι λέγουσι, μάλιστα δὴ παῖδα ἐοικότα ἔτεκε τῷ πατρί»

(IT)

«Auge visitò la casa di Teutrante in Misia e, di tutte le donne con cui si dice che Eracle si accoppiò, generò il figlio più simile al padre.»

Nella mitologia greca Telefo (in greco antico: Τήλεφος?, Tḕlephos) è figlio di Eracle e di Auge, figlia del re di Tegea, Aleo. Le vicende della sua vita, pur non essendo mai menzionate da Omero, sono narrate da vari autori classici, soprattutto dallo Pseudo-Apollodoro, da Ditti Cretese e da Igino (talvolta con differenze significative), e numerosi sono i riferimenti ad episodi della sua vita riscontrabili in opere antiche.

L'episodio per cui divenne famoso è la battaglia contro l'esercito greco diretto a Troia, ma sbarcato per sbaglio sulle coste della Misia, della quale Telefo era diventato sovrano: lo scontro provocò numerose perdite in entrambi gli schieramenti ed il re misio fu ferito a una coscia da Achille. Il ferimento e la successiva guarigione per mano dello stesso Achille divennero un argomento usato da molti autori antichi, nonché base per alcune tragedie greche.

Telefo divenne oggetto di culto eroico nella città di Pergamo, in Misia,[1] e le sue gesta sono raffigurate sul fregio dell'Altare, oggi conservato a Berlino.

  1. ^ Pausania, V, 13, 3.

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