Teratogenesi

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Podencefalia, disegnata da Étienne Geoffroy Saint-Hilaire in Philosophie Anatomique (1822)

La teratogenesi (dal greco terato- e -genesis "generazione di mostri") indica lo sviluppo anormale di alcuni organi del feto durante la gravidanza, che si traduce nella nascita di un bambino che presenta difetti congeniti. La scienza che studia le malformazioni e le anomalie congenite è detta teratologia. La teratologia si occupa anche delle malformazioni di altri animali e piante.

È detta teratogena una sostanza che può provocare tali malformazioni qualora la madre venga esposta ad essa durante la gravidanza o, in alcuni casi, anche prima di essa.

Tra queste malformazioni rientrano alcuni difetti che in alcuni gravi casi possono rivelarsi anche mortali per il neonato: focomelia, labbro leporino, palatoschisi, difetti alle pareti cardiache, iperdattilia e spina bifida. Dato il carattere spesso ereditario di tali malformazioni, è evidente che la teratogenesi è strettamente imparentata con la mutazione, cioè con un fenomeno riconducibile in ultima analisi ad alterazione di una sequenza genica e quindi ad alterazione, mancata produzione o insufficiente produzione della proteina corrispondente.

Molte sono le sostanze teratogene riconosciute, tra le più tristemente famose rientrano la talidomide e l'Agente Arancio; ma anche l'abuso di alcol o il fumo di sigaretta possono avere effetti teratogeni. La teratogenicità può essere anche un effetto collaterale di alcuni farmaci usati per trattare malattie comuni, ad esempio l'acido retinoico, derivato della vitamina A usato nella cura dell'acne giovanile.

Teratogene sono anche le radiazioni. In caso di radioterapia vengono messi in atto appositi accorgimenti e/o protezioni.


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