Terme di Caracalla

Disambiguazione – Se stai cercando le terme imperiali romane nel comune di Albano Laziale, vedi Terme di Caracalla (Albano).
Terme di Caracalla
Vista delle terme di Caracalla.
CiviltàRomana
UtilizzoTerme
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneRoma
Dimensioni
Superficie~130 000 
Amministrazione
PatrimonioCentro storico di Roma
EnteSoprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma
ResponsabileMirella Serlorenzi
Visitabile
Visitatori201 733 (2022)
Sito webwww.soprintendenzaspecialeroma.it/schede/terme-di-caracalla_3009/
Mappa di localizzazione
Map

Le terme di Caracalla o antoniniane (in latino Thermae Antoninianae, dal nome completo dell'imperatore Caracalla, appartenente alla dinastia dei Severi) costituiscono uno dei più grandiosi esempi di terme imperiali a Roma, ancora conservate per gran parte della loro struttura e libere da edifici moderni. Furono fatte costruire dall'imperatore sul Piccolo Aventino tra il 212 e il 216 d.C. (come dimostrano i bolli laterizi[1]) in un'area adiacente al tratto iniziale della via Appia, circa 400 m al di fuori dell'antica porta Capena e poco a sud del venerato bosco delle Camene. Dopo 1500 anni, nel 2024, l'acqua è tornata a sgorgare attraverso il nuovo specchio posto all'ingresso del monumento.[2]

Queste terme pubbliche furono le più imponenti mai edificate nell'Impero romano fino all'inaugurazione delle terme di Diocleziano (306). Servivano principalmente i residenti della I, II e XII regione augustea (tutta l'area compresa tra il Celio, l'Aventino e il Circo Massimo).

Nel 2016 il circuito museale delle terme di Caracalla, della tomba di Cecilia Metella e della villa dei Quintili è stato il ventiseiesimo sito statale italiano più visitato, con 268 449 visitatori e un introito lordo totale di 947 556,00 Euro[3].

  1. ^ Una convinzione errata, che talvolta viene ripetuta anche nei testi, è che le terme siano state iniziate nel 206 da Settimio Severo, cfr. Coarelli, cit., pag. 302.
  2. ^ L'acqua ritorna a Caracalla., su arte.it.
  3. ^ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Visitatori e introiti dei musei (PDF), su statistica.beniculturali.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.

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