The Economist | |
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Stato | Regno Unito |
Lingua | inglese |
Periodicità | settimanale |
Genere | settimanale di attualità politica, economica e finanziaria |
Formato | rivista |
Fondatore | James Wilson |
Fondazione | settembre 1843 |
Inserti e allegati | 1843 (mensile) |
Sede | 25 St James's Street, Londra |
Editore | The Economist Group |
Tiratura | 1,58 milioni |
Diffusione cartacea | 709 153 (2020) |
Direttore | Zanny Minton Beddoes e John Micklethwait |
ISSN | 0013-0613 | e 1476-8860
Sito web | www.economist.com/ |
The Economist è un settimanale d'informazione politico-economica in lingua inglese, focalizzato su attualità globale, commercio internazionale, politica e tecnologia. Edita a Londra da The Economist Newspaper Limited, la rivista dispone di uffici editoriali nelle principali città del Nord America, dell'Europa, dell'Asia e del Medio Oriente. Nel 2020, la sua diffusione media globale combinata (tra copie stampate e versione digitale) è stata di circa 1,6 milioni di lettori, più della metà dei quali in America settentrionale[1].
La linea editoriale del settimanale è posizionata su linee liberali classiche, a favore del libero scambio e della globalizzazione, auto-definendosi infatti come "un prodotto del liberalismo caledoniano di Adam Smith e David Hume"[2]. I suoi approfondimenti sull'attualità internazionale e la scientificità del suo data journalism ne hanno favorito la circolazione presso un pubblico istruito nonché tra le classi dirigenti e i decisori politici di tutto il mondo. La rivista è inoltre affiancata da un mensile associato, 1843, e da podcast, film e libri correlati.
Il settimanale è rinomato per il suo stile di scrittura tipicamente anglosassone, caratterizzato da una prosa chiara, diretta e poco prolissa e un umorismo sottile e pungente.
Una rilevazione del 2017 dell'Università del Missouri ha appurato che The Economist è ritenuto in assoluto la fonte d'informazione più autorevole da parte del pubblico statunitense[3].