«Quando dici Juventus sei conosciuto da Helsinki a Melbourne, dal Canada al Pakistan. Ed è questa 'identità' che diventa biglietto da visita internazionale.»
La tifoseria della Juventus Football Club ha svolto un ruolo decisivo nella costituzione dell'identità societaria dalla fine del XIX secolo. Inizialmente radicata nella regione Piemonte e composta principalmente da membri della classe borghese e industriale, tra cui studenti, intellettuali e imprenditori;[2] i cui saranno ulteriormente costituiti come «soci patronessi»,[3] costituiranno in seguito il primo gruppo di sostegno sportivo a organizzarsi formalmente per seguire la squadra attraverso la penisola italica.[4] Il crescente numero dei soci del club permise la fondazione di altre squadre ispirate dalla società campione d'Italia (1905) in città lontane da Torino quali Roma e Firenze e la pubblicazione del primo periodico sportivo-istituzionale del Paese (1915) come strumento di comunicazione con i soci, calciatori e dirigenti juventini che combatterono nella prima guerra mondiale.[5]
Durante il ventennio interbellico, in seguito alla ristrutturazione societaria condotta dall'avvocato Giuseppe Hess e all'assunzione alla presidenza del club dell'allora vicepresidente della casa automobilistica FIAT Edoardo Agnelli (1920-1923), il bacino di sostenitori della Juventus, definiti «juventini», sperimentò un incremento esponenziale in virtù dei crescenti flussi migratori verso il capoluogo piemontese, principalmente provenienti dal Mezzogiorno e composti principalmente da membri della classe lavoratrice. Inoltre, l'allora inedita serie di successi sportivi ottenuti dalla squadra durante la prima metà degli anni 1930 ispirò vari emigrati italiani a fondare numerose società sportive che, di riflesso, adottarono anche il nome e la simbologia della formazione torinese nelle Americhe, in Magreb, nei Balcani, nella Scandinavia e in Australia.[6][7][8][9] La diffusione nel resto d'Italia dei mezzi di comunicazione di massa, principalmente la radio, contribuì a rendere la Juventus il primo club sul territorio nazionale per numero di simpatizzanti – all'epoca più del doppio del totale di simpatizzanti delle altre squadre militanti nella nascente Serie A messi insieme[10] – nonché il primo nello sport italiano a vantare una connotazione nazionale. Contemporaneamente fra i tifosi juventini si affermarono orientamenti anticampanilistici che fecero del club bianconero, secondo alcuni studiosi, un tassello nella formazione di un'identità e un'idea d'unità nazionale.[11][12] Nel decennio seguente, l'istituzione degli abbonamenti favorì la fidelizzazione dei sostenitori durante la seconda guerra mondiale;[13] il successo dell'operazione fece sì che venisse replicata da altre società sportive del Paese.[14]
La tifoseria bianconera ebbe un secondo incremento esplosivo del proprio bacino di utenza a partire dal secondo dopoguerra (1950-1980),[15] per mezzo per lo più di immigrati meridionali arrivati a Torino in risposta alla notevole domanda di lavoro della FIAT, tale da far ritenere in seguito la Juventus un simbolo d'integrazione sociale.[16] Alla fine degli anni 1960 furono costituite le prime componenti del tifo organizzato, nella sua maggioranza di tendenza ultrà, che occupavano la Curva Sud dello stadio Comunale, punto di incontro della popolazione arrivata in città. A partire da questi nuclei furono fondati i primi fan club juventini, si svolsero i primi gemellaggi e sorsero le prime rivalità con altre tifoserie. Gli scontri generati dagli hooligan britannici furono la causa dei violenti incidenti che raggiunsero il loro apice nella strage dell'Heysel (1985). Infine, gli ulteriori periodi di successo sportivo della squadra bianconera, l'evoluzione delle telecomunicazioni che hanno permesso la diffusione degli incontri del club nel resto dei continenti in modo pressoché stabile a partire dai primi anni 1980, il posizionamento del campionato di Serie A al vertice del calcio internazionale dalla metà di quel decennio sino alla fine del II millennio e la ristrutturazione delle competizioni UEFA per club durante la prima metà degli anni 1990,[17] renderanno il tifo per la Juventus uno dei maggiori al mondo, contando, a tutto il 2023, 8 milioni di tifosi sul territorio italiano[18] e, a tutto il 2019, 423 milioni di potenziali simpatizzanti a livello globale,[19] in particolare nelle nazioni a forte emigrazione italiana[20] che vedono nel club un elemento di connessione con il Paese d'origine.[16]