Tifoseria della Juventus Football Club

Voce principale: Juventus Football Club.
La tifoseria bianconera accoglie l'ingresso in campo della Juventus allo stadio Comunale il 28 maggio 1972, per la sfida di campionato contro il L.R. Vicenza, che darà alla formazione torinese il suo 14º titolo nazionale.

«Quando dici Juventus sei conosciuto da Helsinki a Melbourne, dal Canada al Pakistan. Ed è questa 'identità' che diventa biglietto da visita internazionale.»

La tifoseria della Juventus Football Club ha svolto un ruolo decisivo nella costituzione dell'identità societaria dalla fine del XIX secolo. Inizialmente radicata nella regione Piemonte e composta principalmente da membri della classe borghese e industriale, tra cui studenti, intellettuali e imprenditori;[2] i cui saranno ulteriormente costituiti come «soci patronessi»,[3] costituiranno in seguito il primo gruppo di sostegno sportivo a organizzarsi formalmente per seguire la squadra attraverso la penisola italica.[4] Il crescente numero dei soci del club permise la fondazione di altre squadre ispirate dalla società campione d'Italia (1905) in città lontane da Torino quali Roma e Firenze e la pubblicazione del primo periodico sportivo-istituzionale del Paese (1915) come strumento di comunicazione con i soci, calciatori e dirigenti juventini che combatterono nella prima guerra mondiale.[5]

Durante il ventennio interbellico, in seguito alla ristrutturazione societaria condotta dall'avvocato Giuseppe Hess e all'assunzione alla presidenza del club dell'allora vicepresidente della casa automobilistica FIAT Edoardo Agnelli (1920-1923), il bacino di sostenitori della Juventus, definiti «juventini», sperimentò un incremento esponenziale in virtù dei crescenti flussi migratori verso il capoluogo piemontese, principalmente provenienti dal Mezzogiorno e composti principalmente da membri della classe lavoratrice. Inoltre, l'allora inedita serie di successi sportivi ottenuti dalla squadra durante la prima metà degli anni 1930 ispirò vari emigrati italiani a fondare numerose società sportive che, di riflesso, adottarono anche il nome e la simbologia della formazione torinese nelle Americhe, in Magreb, nei Balcani, nella Scandinavia e in Australia.[6][7][8][9] La diffusione nel resto d'Italia dei mezzi di comunicazione di massa, principalmente la radio, contribuì a rendere la Juventus il primo club sul territorio nazionale per numero di simpatizzanti – all'epoca più del doppio del totale di simpatizzanti delle altre squadre militanti nella nascente Serie A messi insieme[10] – nonché il primo nello sport italiano a vantare una connotazione nazionale. Contemporaneamente fra i tifosi juventini si affermarono orientamenti anticampanilistici che fecero del club bianconero, secondo alcuni studiosi, un tassello nella formazione di un'identità e un'idea d'unità nazionale.[11][12] Nel decennio seguente, l'istituzione degli abbonamenti favorì la fidelizzazione dei sostenitori durante la seconda guerra mondiale;[13] il successo dell'operazione fece sì che venisse replicata da altre società sportive del Paese.[14]

La tifoseria bianconera ebbe un secondo incremento esplosivo del proprio bacino di utenza a partire dal secondo dopoguerra (1950-1980),[15] per mezzo per lo più di immigrati meridionali arrivati a Torino in risposta alla notevole domanda di lavoro della FIAT, tale da far ritenere in seguito la Juventus un simbolo d'integrazione sociale.[16] Alla fine degli anni 1960 furono costituite le prime componenti del tifo organizzato, nella sua maggioranza di tendenza ultrà, che occupavano la Curva Sud dello stadio Comunale, punto di incontro della popolazione arrivata in città. A partire da questi nuclei furono fondati i primi fan club juventini, si svolsero i primi gemellaggi e sorsero le prime rivalità con altre tifoserie. Gli scontri generati dagli hooligan britannici furono la causa dei violenti incidenti che raggiunsero il loro apice nella strage dell'Heysel (1985). Infine, gli ulteriori periodi di successo sportivo della squadra bianconera, l'evoluzione delle telecomunicazioni che hanno permesso la diffusione degli incontri del club nel resto dei continenti in modo pressoché stabile a partire dai primi anni 1980, il posizionamento del campionato di Serie A al vertice del calcio internazionale dalla metà di quel decennio sino alla fine del II millennio e la ristrutturazione delle competizioni UEFA per club durante la prima metà degli anni 1990,[17] renderanno il tifo per la Juventus uno dei maggiori al mondo, contando, a tutto il 2023, 8 milioni di tifosi sul territorio italiano[18] e, a tutto il 2019, 423 milioni di potenziali simpatizzanti a livello globale,[19] in particolare nelle nazioni a forte emigrazione italiana[20] che vedono nel club un elemento di connessione con il Paese d'origine.[16]

  1. ^ (PMSIT) Giovanni Arpino, Giorgio Bàrberi Squarotti, Massimo Romano, Opere, Milano, Rusconi, 1992, p. 1490, ISBN 88-18-06084-8.
  2. ^ Buttafarro et al, «Film», 49 min 59 s.
  3. ^ Le socio-patronesse, su juveclubsantagata.it, Juventus Club "G. Boniperti" Sant'Agata di Esaro. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato il 4 marzo 2016).
  4. ^ Il primo caso di un «treno speciale» organizzato dai tifosi accadde il 12 marzo 1905 in occasione dell'incontro di campionato disputatosi tra la Juventus e il Genoa in campo di Ponte Carrega a Genova, cfr. Giovanni Bechelloni, Il primo treno speciale del football in Italia fu organizzato dalla Juventus, in La Stampa, 18 agosto 1967, p. 8. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato il 3 febbraio 2017).
  5. ^ Maurizio Vannini, La Storia della Juventus – Stagioni. Stagione 1914-15: Scoppia la Prima Guerra Mondiale. Nasce Hurrà Juventus (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2004).
  6. ^ (PT) AA.VV., Enciclopédia do Futebol Brasileiro Lance, vol. 1, Rio de Janeiro, Aretê Editorial S/A, 2001, p. 197, ISBN 85-88651-01-7.
  7. ^ (SR) Svi dresovi Partizana 1945. – 2011., partizan.rs. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato il 29 aprile 2015).
  8. ^ (SR) Slike šampionskih ekipa i osvajača kupova, partizan.rs. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato il 17 aprile 2015).
  9. ^ History: Our Heritage, su adelaidecityfc.com.au. URL consultato il 6 novembre 2015 (archiviato il 19 novembre 2015).
  10. ^ (EN) John Foot, Calcio: A History of Italian Football, Londra, Fourth Estate, 2006, p. 40, ISBN 0-00-717574-4.
  11. ^ Filmato audio Giovanni De Luna, 100 secondi: Nasce la Juventus, RAI Storia, a 0:00:46.
  12. ^ (FR) Adrien Lelièvre, La Juventus, dernier rescapé d'un football italien en déclin, in Le Monde, 14 aprile 2015. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 5 aprile 2019).
  13. ^ Gli abbonamenti furono istituiti durante la presidenza del conte Emilio de la Forest de Divonne nel settembre 1940, sotto la denominazione di «Abbonamento universale Juventus». La sottoscrizione alla totalità degli incontri casalinghi della squadra bianconera era inizialmente scalonata per 40 lire annuali, cfr. Lettera d'Emilio della Forest Divonne al prefetto di Torino, Gabinetto della Prefettura, busta n. 404, Archivio di Stato di Torino, 5 novembre 1940.
  14. ^ Archambault, La politisation du tifo, pp. 289-357.
  15. ^ Giovanni Bechelloni, Torino, città delle «sfide», in Stampa Sera, 28 aprile 1986, p. 2. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato il 13 ottobre 2014).
  16. ^ a b (FR) Laurent Flandre, Juventus de Turin, qui est cette «vieille dame» centenaire?, in l'Humanité, 15 gennaio 1997. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato il 18 maggio 2015).
  17. ^ In sintonia con un nuovo calcio, in Union des Associations Européennes de Football, 3 novembre 2014. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato il 4 luglio 2015).
  18. ^ Serie A, la classifica dei tifosi in Italia: Juve in vetta, l’Inter sorpassa il Milan, su calcioefinanza.it.
  19. ^ Juve, oltre un milione di magliette vendute nel 2019, su calcioefinanza.it, 16 ottobre 2019. URL consultato il 24 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2019).
  20. ^ Parrish, Nauright, p. 142.

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