Tintoretto, pseudonimo di Jacopo Robusti, secondo alcuni Jacopo Comin (Venezia, settembre o ottobre 1518 – Venezia, 31 maggio 1594), è stato un pittore italiano, cittadino della Repubblica di Venezia e uno dei massimi esponenti della pittura veneta e dell'arte manierista in generale[1].
Lo pseudonimo "Tintoretto" gli derivò dal mestiere paterno, tintore di tessuti di seta. Per la sua energia fenomenale nella pittura è stato soprannominato il furioso[2] o il terribile, come lo definì il Vasari per il suo carattere forte[3] e il suo uso drammatico della prospettiva e della luce, che lo ha fatto considerare il precursore dell'arte barocca.[N 1]Considerato come uno tra i più grandi pittori del Rinascimento e di tutti i tempi[2][3], il Tintoretto seppe continuare, insieme a Paolo Veronese, lo straordinario successo internazionale della pittura veneta, anche dopo la morte di Tiziano. Famoso per la grande profondità prospettica delle sue opere, prediligeva l'uso di fondi scuri per arrivare alla luce, creando effetti straordinari di chiaroscuri che sarebbero, poi, diventati fondamentali per l'arte di personalità come Michelangelo Merisi, detto Caravaggio[4] ed El Greco[5][6]. La sua arte arrivò a influenzare, nei secoli successivi, persino gli Impressionisti[7].
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