Tito Livio

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(LA)

«Neque indignetur sibi Herodotus aequari Titum Livium»

(IT)

«Che Erodoto non s'indigni che gli venga eguagliato Tito Livio»

Busto di Tito Livio, opera di Lorenzo Larese Moretti (1858-1867)

Tito Livio (in latino Titus Livius[1]; Patavium, 59 a.C.Patavium, 17 d.C.) è stato uno storico romano, autore degli Ab Urbe condita, una storia di Roma dalla sua fondazione fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto, nel 9 a.C.

È considerato uno dei maggiori storici dell'Antica Roma, assieme a Tacito.[2]

  1. ^ Titus è il praenomen, cioè il nome personale; Livius è il nomen, cioè il nome gentilizio, che significa "appartenente alla gens Livia". Dunque, Tito Livio non aveva il cognomen, il terzo nome, quello di famiglia, cosa peraltro non insolita in epoca repubblicana. In ciò le fonti classiche sono concordi: Seneca (Ep., 100,9), Tacito (Ann., IV,34,4), Plinio il Giovane (Ep., II,3,8) e Svetonio (Claud., 41,1) lo chiamano Titus Livius; Quintiliano lo chiama Titus Livius (Inst. Or., VIII,1,3; VIII,2,18; X,1,101) o semplicemente Livius (Inst. Or., I,5,56; X,1,39). Nell'epigrafe sepolcrale di Patavium, che con tutta probabilità lo riguarda, è chiamato, con l'aggiunta del patronimico, T(itus) Livius C(ai) f(ilius) (CIL V, 2975).
  2. ^ Tommaso Gnoli, Livio, Tito, in Enciclopedia dei ragazzi, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2006.

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