^Titus è il praenomen, cioè il nome personale; Livius è il nomen, cioè il nome gentilizio, che significa "appartenente alla gens Livia". Dunque, Tito Livio non aveva il cognomen, il terzo nome, quello di famiglia, cosa peraltro non insolita in epoca repubblicana. In ciò le fonti classiche sono concordi: Seneca (Ep., 100,9), Tacito (Ann., IV,34,4), Plinio il Giovane (Ep., II,3,8) e Svetonio (Claud., 41,1) lo chiamano Titus Livius; Quintiliano lo chiama Titus Livius (Inst. Or., VIII,1,3; VIII,2,18; X,1,101) o semplicemente Livius (Inst. Or., I,5,56; X,1,39). Nell'epigrafe sepolcrale di Patavium, che con tutta probabilità lo riguarda, è chiamato, con l'aggiunta del patronimico, T(itus) Livius C(ai) f(ilius) (CILV, 2975).
^ Tommaso Gnoli, Livio, Tito, in Enciclopedia dei ragazzi, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2006.