Il trasduttore (dal inglese transducer, der. negli anni 1920 dal latino trans-ducere, guidare-condurre + attraverso-passare oltre) è un dispositivo in grado di convertire una forma di energia, in una diversa.
Il dispositivo può essere attivo o passivo, meccanico o elettrico, e può essere caratterizzato da alcuni parametri quali sensibilità, linearità, risposta in frequenza, impedenza interna e stabilità[1].
Raramente, l'uscita di un trasduttore può essere direttamente collegata ad uno strumento di misura, di elaborazione o di visualizzazione. Il segnale elettrico in uscita dal sensore/trasduttore, oltre a contenere componenti indesiderate, è in genere troppo rumoroso e debole (valori dell’ordine dei millivolt o dei picoampere) per poter essere trasmesso a distanza. In questo caso è necessaria la presenza di un circuito di interfaccia che ottimizzi il collegamento fra dispositivo sensibile e carico[2].
In molti casi la distinzione tra sensore e trasduttore non è così netta e delineata e molto spesso nella letteratura tecnica e nella pratica comune i due termini sono utilizzati come sinonimi[3].