L'Ufficio studi del problema della razza venne creato nell'agosto del 1938 dal Governo Mussolini presso il gabinetto del Ministero della cultura popolare, alle dipendenze del ministro Dino Alfieri.[1] Questo istituto aveva il compito di sviluppare, attraverso i centri per lo studio del problema ebraico (principalmente quelli di Trieste, Firenze e Milano), gli studi e la propaganda contro gli ebrei inasprendo la campagna denigratoria nei loro confronti incominciata con l'avvento delle leggi razziali fasciste.[1] L'azione principale dall'istituto fu quella di sopprimere l'informazione benevola nei confronti degli ebrei impedendo a scrittori e giornalisti ebrei di lavorare sulla stampa nazionale[2] e l'intervenire, in maniera censoria, in ogni ambito della cultura (teatro[3], letteratura, cinema…) per impedire una qualsiasi rappresentazione degli ebrei (se non nei canoni voluti dal regime fascista).