Veio

Veio
Veii
Ruderi del santuario di Portonaccio a Veio
CiviltàEtrusca, Romana
UtilizzoCittà
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma
Amministrazione
EnteMinistero per i beni e le attività culturali - Direzione Musei statali di Roma
Visitabile
Sito webwww.direzionemuseistataliroma.beniculturali.it/istituti/area-archeologica-veio/
Mappa di localizzazione
Map

Veio (in latino Veii, in etrusco Vei) fu un'importante città etrusca, situata nel centro della penisola italiana le cui rovine sono situate presso il borgo medievale di Isola Farnese, circa 15 km a N-O di Roma, all'interno dei confini del Parco regionale di Veio nella Valle del Tevere. Sorta non lontano dalla riva destra del Tevere durante il X secolo a.C., entrò fin dall'VIII secolo a.C. in competizione con Roma per il controllo dei septem pagi e delle saline alla foce del fiume (campus salinarum), da cui dipendeva parte della sua prosperità. Fu conquistata dai Romani dopo un lungo assedio all'inizio del IV secolo a.C. (data tradizionale: 396 a.C.), rifondata come colonia romana durante il I secolo a.C. e trasformata in municipio da Augusto (Municipium Augustum Veiens). L'estensione e l'importanza della città romana furono tuttavia assai minori rispetto al periodo etrusco. Fu definitivamente abbandonata, in base a quanto suggerito dai dati archeologici ed epigrafici, durante il IV secolo d.C.

Definita pulcherrima urbs ("città splendida") dallo storico latino Tito Livio[1], considerata da Dionigi "la più potente città dei Tirreni" al tempo di Romolo e "grande quanto Atene"[2], fu tra i maggiori centri politici e culturali dell'Italia centrale in particolare tra il VII ed il VI secolo a.C. e con Caere (Cerveteri) la più popolosa città dell'Etruria meridionale. Sede di fiorenti botteghe artigiane già in epoca orientalizzante, sviluppò durante l'età arcaica una rinomata scuola di coroplastica (scultura in terracotta) il cui più celebre esponente fu l'etrusco Vulca, chiamato a realizzare le sculture acroteriali del Tempio di Giove Capitolino a Roma. Stando alle attuali conoscenze archeologiche fu anche la città che introdusse in Italia l'uso di decorare con pitture le pareti delle tombe a camera: la Tomba dei Leoni Ruggenti (circa 690 a.C.) e la Tomba delle Anatre (circa 670 a.C.), rinvenute nelle necropoli poste attorno all'altopiano, sono considerati gli esempi più antichi dell'intera penisola[3].

L'area della città antica riveste oggi grande interesse storico e naturalistico ed è oggetto di indagini archeologiche da parte di istituzioni sia italiane che estere. Il fascino dei luoghi l'ha resa inoltre meta di escursioni da parte di turisti e cittadini romani, in particolare durante i giorni festivi.

Mappa della città di Veio di William Gell (1846)
Mappa della città di Veio di George Dennis (1848)
  1. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, V, 4, 24.
  2. ^ Dion. 2, 54, 3.
  3. ^ F. Boitani-S. Neri-F.Biagi, Riflessi della ceramica geometrica nella più antica pittura funeraria veiente, su academia.edu.

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