Violenza

Disambiguazione – Se stai cercando il film del 1947, vedi Violenza (film).
Due nilgai maschi che si combattono usando le corna
La decapitazione di Oloferne in un dipinto di Caravaggio

La violenza è l'uso intenzionale della forza fisica, delle armi, della coercizione o delle provocazioni per costringere, dominare, uccidere, ferire, abusare, danneggiare o distruggere. È un tipo di interazione presente nel regno animale, attraverso la quale un individuo o un gruppo provoca intenzionalmente un danno o impone una situazione a un altro o ad altri individui.[1][2] È un atto volontario, etimologicamente "che vìola", che oltrepassa il limite della volontà altrui.[2] Tutto ciò che è incitato in modo dannoso o offensivo può essere descritto come violenza. Implica colpi, ferite, sofferenze o la distruzione di beni materiali o elementi naturali.

La violenza tra gli esseri umani è un'azione compiuta mediante l'abuso della forza di una o più persone che provoca dolore ad altri individui, anche indirettamente, danneggiando. L'abuso della forza può essere non solo fisico (con o senza armi), ma anche espressione di violenza solo verbale, o psicologica (ricatti, intimidazioni, minacce).

Può prodursi attraverso le azioni e il linguaggio, ma anche attraverso il silenzio e l'inazione, ed è valutata negativamente dall'etica, dalla morale e dal diritto, anche nei casi in cui può essere considerata legittima. La violenza può essere offensiva o difensiva, abilitando in quest'ultimo caso figure di giustificazione etica della violenza, come la legittima difesa e il diritto a resistere all'oppressione.


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