Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791) è stato un compositore austriaco[1] di massima importanza nella storia della musica. La sua fama persistente è legata al profondo influsso della sua arte sul gusto musicale moderno e alla popolarità, nella cultura dei posteri, della sua stessa figura[2] assurta ad antonomasia del genio[3] e spesso mitizzata.[2]
Bambino prodigio, coltivò fin dalla prima infanzia assiduamente il proprio talento[4] e lasciò un vasto catalogo di composizioni nel corso di una carriera che, nonostante la morte in giovane età, abbraccia l'arco di un trentennio.[5] A differenza di quella degli altri grandi geni viennesi, Haydn e Beethoven, la sua produzione si caratterizza per l'esplorazione di qualsiasi forma in voga al suo tempo; eccelle in ognuna[1] e mostra la capacità di esprimere in musica un'ampia gamma di emozioni.[4] La critica postuma ne ha offerto interpretazioni eterogenee e talvolta opposte (classica, preromantica), giustificando così il carattere di universalità spesso riconosciuto all'arte mozartiana.[5]
Fu il primo tra i grandi compositori a intraprendere in parte, dopo la rottura definitiva con l'arcivescovo di Salisburgo e l'approdo a Vienna, una carriera da libero professionista.[1] Emancipato dalla protezione arcivescovile, Mozart poté quindi emergere nella sua più autentica personalità musicale: si aprì in tal modo il cosiddetto decennio dei capolavori (1781-1791),[6] interrotto di colpo dalla morte prematura del musicista per una malattia mai identificata. Sulle circostanze della morte di Mozart la nascente epoca romantica ricamò sospetti e leggende, complice soprattutto la macabra coincidenza della stesura del Requiem, commissionato misteriosamente e lasciato incompiuto.