Durante i primi secoli dopo Cristo, Alessandria era la seconda città più popolosa dell'Impero romano[senza fonte]. Essa era stata fondata da Alessandro Magno nel IV secolo a.C. e durante successivi sviluppi era diventata la città più popolosa dell'Egitto.
Dopo la conquista da parte dell'Impero romano vi fu istituita una zecca imperiale che era sotto pieno controllo dell'Imperatore.
Le legende delle monete alessandrine erano tutte in greco.
Nella zecca d'Alessandria venivano prodotte tetradrammi, inizialmente d'argento e poi in biglione, e monete frazionali in bronzo.
I tetradrammi avevano parità con il denario[senza fonte] che non poteva circolare in Egitto, mentre i tetradrammi, non potevano essere esportati, a causa della economia chiusa ereditata dai Tolomei.[senza fonte]
I nominali in mistura di bronzo primi fra tutti i cosiddetti nomói monete che al dritto recavano l'effigie dell'imperatore e al rovescio il nome di un nomo ossia di un distretto amministrativo.
La zecca venne chiusa intorno al 300 sotto l'imperatore Diocleziano, che unificò i sistemi monetari presenti nell'impero e fu anche l'ultimo imperatore a visitare l'Egitto.